Secondo la fondatrice di Learn Afghanistan, le criptovalute potrebbero essere lo strumento adatto per danneggiare il regime talebano.
Da qualche tempo a questa parte si discute delle criptovalute, della loro crescita nel mercato azionario e della possibilità che abbiano corso legale nei vari Paesi. In tal senso la prima apertura è avvenuta a El Salvador, primo Paese del mondo a rendere le cripto una moneta ufficiale e primo Paese al mondo ad investire nella produzione di queste monete virtuali.
A voler seguire l’esempio del Paese centro Americano è il sindaco di Miami, il quale ritiene che adottare la criptovaluta come moneta corrente potrebbe portare la capitale della Florida ad essere in futuro anche la capitale globale del mercato relativo alle monete virtuali. Non è escluso, insomma, che in futuro questo metodo di pagamento possa sempre più centrale nell’economia mondiale. Tuttavia finora nessuno aveva pensato che potesse essere uno strumento per indebolire un regime autoritario.
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Criptovalute come arma per indebolire il regime talebano?
Il suggerimento è giunto nel corso di un’intervista rilasciata a commentatore politico Tommy Vietor da Pashtana Durrani, fondatrice di Learn Afghanistan. Secondo lei, infatti, la comunità internazionale dovrebbe pensare seriamente di rimuovere l’embargo e di fare giungere aiuti umanitari sotto forma di criptovaluta. Alla base di questo ragionamento, infatti, c’è la consapevolezza che l’embargo sta danneggiando principalmente la popolazione: “Le sanzioni stanno danneggiando solo le persone che avevano risparmi nei conti bancari. Danneggiano gli insegnanti, gli studenti e tutte quelle persone che hanno effettivamente lavorato negli ultimi due decenni: non danneggeranno mai i talebani”.
Pashtana spiega come i talebani siano principalmente lavoratori rurali che non hanno alcuna istruzione e soprattutto non hanno la minima idea di come funzioni una banca, figurarsi dunque di come si potrebbe sfruttare la criptovaluta: “Mandateli ad una banca privata: non saranno mai in grado di accedervi, […] I talebani non hanno conti bancari. I talebani erano persone che combattevano in regioni rurali e montagnose. Non avevano tempo per andare in una banca, compilare i moduli ecc.”.
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L’espediente di cui parla la fondatrice di Learn Afghanistan è stato già messo in atto da alcune Ong per aiutare cittadini afghani in fuga dal Paese e se la comunità internazionale lo adottasse potrebbe indebolire il regime talebano insediatosi in agosto: “Potremmo essere uno di quei paesi in cui si inizia a usare le criptovalute legittimandole. Ad oggi, si sta facendo del male alle persone sbagliate cercando di punire chi è al potere”.