Giornata storica per le Barbados: da oggi in poi non saranno più una monarchia legata al Regno Unito e la sovrana britannica, quale capo dello stato, da martedì sarà sostituita dalla prima presidente, la 72enne Sandra Mason, che è anche il primo giudice costituzionale donna.
I festeggiamenti in corso culmineranno domani sera con una parata militare presenziata dal Principe Carlo, ma proprio per lui non si prospetta un bel lunedì. Travolto dalle polemiche razziali che in queste ore infiammano nelle Barbados, i manifestanti stanno già pianificando, infatti, di dirottare la visita del principe del Galles come modo per chiedere un risarcimento a seguito della schiavitù perpetrata dalla dominazione inglese nel paese.
Il futuro re dovrà affrontare fino a cento attivisti arrabbiati, rivendicano scuse e indennizzi dai reali e dal governo del Regno Unito, che potrebbero raggiungere anche le centinaia di milioni di sterline.
Almeno un alto funzionario sosterrà la manifestazione che si terrà durante la cerimonia che contrassegnerà il passaggio dell’isola a repubblica, rimuovendo così la regina come capo di stato e spezzando una volta per tutte l’ultimo vincolo coloniale. E la protesta non può che mettere in allarme il figlio della Regina, il quale ha affermato come la schiavitù sia una “macchia indelebile” nel mondo, così come riportato dal Mirror.
Si accendono le proteste nelle Barbados
L’organizzatore della dimostrazione, David Denny, ha dichiarato al Sunday Mirror che: “La visita del principe Carlo è un insulto. La famiglia reale ha beneficiato della schiavitù alle Barbados. Sono arrabbiato”. Denny, segretario generale del gruppo di campagna Caribbean Movement for Peace and Integration, ha anche aggiunto: “Non si tratta solo di soldi, ma di scuse e aiuti. Sono necessarie delle riparazioni per trasformare la nostra società”.
L’eminente attivista del Black Lives Matter ha poi proseguito: “Le Barbados non dovrebbero onorare una famiglia che ha ucciso e torturato il nostro popolo durante la schiavitù. I profitti, derivanti dallo sfruttamento, hanno fatto sì che la famiglia reale avesse la condizione economica ideale per accrescere il proprio potere. Il principe Carlo non merita alcun premio dal popolo delle Barbados. Dovrebbe scusarsi.” – continua l’attivista – “La nostra posizione è molto chiara: il popolo delle Barbados e i nostri antenati hanno sofferto per lo sfruttamento britannico, organizzato ad un livello molto alto”.
Elisabetta I, regina d’Inghilterra dal 1558 al 1603, fu fondamentale per stabilire la tratta degli schiavi britannici e le Barbados divennero la prima società britannica di schiavi. L’élite al potere della Gran Bretagna ha rivendicato il controllo dell’isola nel 1625, facendo grandi fortune dalle piantagioni di cotone, indaco, tabacco e canna da zucchero, mentre gli schiavi costretti a lavorarci sono stati classificati come “subumani”.
Lalu Hanuman, del Movimento del 13 giugno 1980, ha dichiarato: “Molte persone non si rendono conto dei legami tra la famiglia reale e la schiavitù. Le loro mani sono impantanate in tutto questo e una parte sostanziale della loro ricchezza proviene dallo sfruttamento.”
“Kensington Palace è stato costruito solo grazie al commercio degli schiavi dal re Guglielmo III. Prima di allora, Elisabetta I aveva concesso uno statuto reale a Sir John Hawkins e gli fornì navi per la tratta degli schiavi. Gli diede anche il suo stemma, che raffigurava un africano incatenato”, ha aggiunto la Hanuman.
La tratta degli schiavi ha strappato dodici milioni di africani ai loro paesi di origine: cinque milioni sono stati portati ai Caraibi, di cui 600.000 alle Barbados. E sempre a milioni ne morivano. Dopo che il vile commercio venne abolito solo nel 1833, gli ex proprietari di schiavi, compresi i parenti dei reali, furono risarciti. Ma gli schiavi non hanno ottenuto niente.
Alcune aziende del Regno Unito hanno iniziato a prendere in considerazione l’idea dei risarcimenti. L’anno scorso, ad esempio, gli assicuratori Lloyd’s di Londra e il produttore di birra Greene King si sono scusati per aver beneficiato della schiavitù e hanno offerto sostegno finanziario a enti di beneficenza che promuovono la diversità e l’inclusione. La campagna di Denny ha fatto grandi cose, portando le Barbados a diventare una repubblica senza nemmeno tenere un referendum. Ora spera che Carlo prenda nota della protesta di lunedì.
Trevor Prescod, capo della task force nazionale per i risarcimenti del governo Bajan e inviato speciale del primo ministro Mia Mottley, ha sostenuto i manifestanti: “Auguro loro ogni bene e spero che ciò che stanno cercando di fare porti il principe a prendere coscienza della situazione”. Carlo, che ha incontrato la Mottley alla Cop26 tenutasi qualche settimana a Glasgow, ha bollato il ruolo della Gran Bretagna nella schiavitù come un’atrocità, durante una visita in Ghana nel 2018, non riconoscendo, tuttavia, il ruolo della sua famiglia.
Graham Smith, del gruppo elettorale Republic del Regno Unito, ha dichiarato: “La famiglia reale era immersa nella tratta degli schiavi. Non c’è motivo per cui non possano fare risarcimenti significativi”. Una fonte della polizia delle Barbados ha dichiarato che stasera, in vista dei festeggiamenti: “La sicurezza sarà ai massimi livelli per la visita del principe Carlo”. E malgrado la tensione crescente, il principe Carlo al momento non ha rilasciato alcuna dichiarazione.
Perché il Principe dovrebbe chiedere scusa e pagare
Un discendente diretto degli schiavi delle Barbados ha spiegato che la famiglia reale dovrebbe pagare e ammettere di aver commesso un grande sbaglio in passato. Aidan Taylor, nonno di 64 anni, ha incontrato il principe Carlo durante la sua ultima visita nell’isola caraibica nel 2019.
In piedi nella piazza dell’Indipendenza di Bridgetown, che il figlio di Elisabetta visiterà lunedì, il Mirror ha raccontato che Aidan, orgoglioso, ha dichiarato: “Cinque generazioni della mia famiglia sono state ridotte in schiavitù nella piantagione di Ayshford e nella piantagione di Lion Castle e sono morte lì. Non dovremmo mai vergognarci del nostro passato perché ci ha reso quello che siamo – ha sottolineato Taylor – “È importante conoscere la nostra storia e riconoscerla perché questo ci permette di costruire il nostro futuro.”
Facendo appello direttamente al futuro monarca del Regno Unito Aidan, che indossava un costume raffigurante la bandiera delle Barbados, ha aggiunto: “Non ti toglie nulla ammettere quello che è successo in passato. Dobbiamo tenerci per mano e andare avanti insieme. I risarcimenti sarebbero buoni e dovrebbero essere usati per educare e aiutare le generazioni future. Non sono fatte per fare in modo che qualcuno diventi ricco.”