L’esordio di Battlefield 2042 non è stato come i giocatori ed Elettronic Arts speravano: il web è pieno di critiche e lamentele sul videogame.
Il 2021 non è stato un anno facile per il mondo dei videogame. L’attuale crisi nel settore dei semiconduttori e della componentistica in generale, unita alla pandemia che sembra non voglia lasciare la presa, ha comportato ritardi nella distribuzione dei nuovi hardware (comprese le schede grafiche di nuova generazione), e la posticipazione di tanti titoli attesi, tra i quali Horizon Forbidden West, Gran Turismo 7, Elden Ring e vari altri.
Sebbene i ritardi nella consegna del titolo fatto e finito siano diventati ormai una routine dell’industria, in questo ultimo anno il motivo di tali ritardi è legato a doppio filo alle dinamiche sopra riportate. Le compagnie da un lato hanno dilatato i tempi di pubblicazione per fare espandere il bacino di utenza, mentre dall’altro le software house costrette a lavorare in smart working hanno avuto bisogno di maggiore tempo per rifinire i prodotti.
I casi emblematici dell’ultimo anno
Quest’anno ci ha insegnato anche che provare a rispettare la consegna a discapito della qualità finale è un clamoroso autogol. Il caso emblematico è stato quello di Cyberpunk 2077, attesissimo GDR futuristico di CD Projeckt Red che è arrivato sul mercato afflitto da gravi problematiche nel funzionamento del titolo, specie nella versione Ps4, Xbox One e in quella per processori Amd.
L’altro esempio emblematico è quello di Rockstar, finita nel mirino dell’utenza e dei fan per aver pubblicato una remaster dei tre GTA dell’epoca Playstation 2 gravata da bug che rovinano l’esperienza di gioco. Lo sa bene anche Konami, che ha presentato il primo Pes only online e free to play sotto forma di demo e con un gameplay al limite del giocabile. Ciò che segue questi errori è una pioggia di shitstorm sui social e sul web che inevitabilmente danneggia non solo il videogioco, ma anche il produttore.
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Battlefield 2042 fa infuriare i giocatori: l’FPS è gravato da problemi al lancio
Similarmente a quanto fatto da Konami con efootball, anche EA ha pensato di pubblicare un videogame che fosse fruibile solo online ed in multiplayer. A differenza della casa di sviluppo nipponica, però, quella canadese ha venduto Battlefield 2042 a prezzo standard, dunque a 60 euro a copia. Un errore dal punto di vista commerciale che aveva fatto anche Activision qualche anno fa, presentando un COD in versione Battle Royal a pagamento.
Il risultato di questa strategia è che i videogiocatori si aspettano un titolo fatto e finito che con il passare dei mesi venga aggiornato con patch che aggiungono nuovi scenari, nuove modalità e nuovi oggetti collezionabili. Tuttavia, nelle attese c’è la possibilità di giocare a qualcosa che non sia afflitta da bug, da errori o da problemi di grafica.
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La realtà a quanto pare è un’altra, Battlefield 2042 ha un grosso potenziale ma è ancora in uno stato acerbo. Per questo su Steam il gioco è stato affossato dalle critiche (30mila su 40 mila bocciano completamente il titolo). C’è ad esempio chi scrive: “Sono fan della serie da lungo tempo, ma questo é un insulto alla community, è un’alpha che costa dai 60 euro in su. E vi garantisco che mi fa male scrivere una cosa del genere”.
Un altro utente aggiunge: “Quando prendi una serie come Battlefield e sbagli letteralmente tutto. Suono, dimensioni e design delle mappe, armi, veicoli, controlli, test alpha, sviluppo frettoloso, distribuzione errata del budget. Letteralmente un pugno in faccia ai fan della serie. Ovviamente venduto a prezzo pieno”.