A volte ritorna e quando non è in Arabia Saudita a parlare di Rinascimento e diritti umani, mentre in Senato si affossava con la tagliola il DDL Zan, Renzi torna in tv a parlare di uno dei suoi argomenti preferiti, un vero e proprio cavallo di battaglia; il reddito di cittadinanza.
Solo qualche mese fa aveva lanciato sui social una provocazione, comunicando su Twitter la scelta del proprio partito di indire un referendum nel 2022, dopo le elezioni del Presidente della Repubblica, per abrogare il reddito di cittadinanza. Insomma, a suo dire, vorrebbe dare la parola agli italiani per capire se il reddito di cittadinanza sia uno strumento efficace o meno o se sia solo mero assistenzialismo. Ma nell’attesa che ciò accada, ne parla, come ieri sera, dalla Gruber a Otto e mezzo, innescando un durissimo scontro con la padrona di casa che non le manda, di certo, a dire.
La giornalista chiede apertamente al senatore se il 2%, quando va bene, attribuito al suo partito non sia conseguenza della sua spregiudicatezza sui temi dell’etica politica, da tutte le frange di sinistra, infatti, la colpa sull’affossamento del DDL Zan è data unicamente al leader del partito ‘Italia Viva’.
“Quando lei mi inviterà sull’etica politica posso fare una trasmissione ad hoc. Per me etica politica è quella che diceva Benedetto Croce: la vera onestà è riuscire a portare a casa dei risultati”, risponde stizzito Renzi, tergiversando com’è nel suo pieno stile. E perfino Benedetto Croce viene a noia.
E da questo istante la discussione prende una piega surreale.
“Ma quali risultati?”, chiede la Gruber, poco convinta. “Un milione e 300mila posti di lavoro quando ho fatto il capo del governo – replica il senatore – Oggi c’è il reddito di criminalità che va a quelli che prendono le Ferrari. Quando c’ero io, c’era il Jobs Act. Lei preferisce il reddito di cittadinanza?”, osservazione giusta, ma che perde di vista qualcosa di ben più importante.
Non si dovrebbe puntare il dito, infatti, solo contro i furbetti del reddito che esistono, sì, ma che fanno parte di tutta quella tradizione italiana volta a far di virtù fregare il prossimo mostrando maggior furbizia, piuttosto sarebbe più corretto pretendere un controllo più accurato da parte delle istituzioni rispetto ai percettori del reddito; tutt’altro punto di vista, ma che a Renzi non fa comodo al momento. E’ molto più semplice appiattire il dibattito sui ricchi che rubano ai poveri.
“Non c’entra con le domande che le stiamo facendo”, insorge infastidita la Gruber. “Ma mi faccia dare una risposta – obietta Renzi – Capisco che lei non mi vede da due anni”. “No, lei non mi risponde perché non ha neanche il 2%“, ribatte secca la giornalista. Insomma, che tra i due non corra buon sangue è ovvio, ma che il senatore Renzi giri intorni alle cose, pur di non rispondere chiaramente, è una tattica da politichese non più attuabile ai nostri giorni.
“Quello che avrò – continua Renzi indisposto dall’incalzare delle domande della giornalista – lo diranno i cittadini e non i sondaggi”. “Io le ho chiesto se l’etica politica conta qualcosa ancora”, rilancia però la conduttrice.
“Le stavo rispondendo – ribadisce il politico – e infatti le stavo citando Benedetto Croce, che immagino lei conosca meglio di me”, insomma una risposta non risposta che scarica l’attenzione su tutto fuorché sulle visite frequenti a Dubai e al DDL Zan.
“No, assolutamente”, commenta la Gruber al pungolo sul filosofo.
“Tutte le volte che sono in tv, qualcuno mi rinfaccia che parlo ancora, avendo il 2%. Noi col 2% abbiamo bloccato Salvini, che in mutande dal Papeete voleva i pieni poteri. Col 2% abbiamo pure mandato a casa Conte e portato Draghi”, spiega Renzi che qualche anno fa attaccava proprio i piccoli partiti per il loro peso delle volte decisivo anche su questioni cogenti; ma come vola il tempo quando ci si divide.
“Ha fatto anche una scissione nel Pd – replica, infatti, la giornalista – Massimo Giannini, salvami tu. Io non voglio parlare di quello che è successo 100 anni fa. Lei sapeva benissimo che sarebbe venuto qui per replicare a tutta una serie di questioni”.
“Non mi interessa di piacerle – ribatte a quel punto Renzi – Sono venuto qui per dire la verità”. “Penso che lei non vorrà continuare a fare politica”, commenta la Gruber.
“Ma questa è una sua valutazione, è lei che ha smesso di fare politica. Io sto facendo politica molto bene. Sono contento e orgoglioso di quello che faccio”, spiega il senatore.
“Ma si candiderà nel 2023?”, incalza la conduttrice.
“Ma certo“, risponde Renzi.
Insomma, la sua promessa di abbandonare la politica dopo la sconfitta, di cinque anni fa, al referendum sulle riforme costituzionali, non solo non è mai stata mantenuta, ma ha anche lasciato spazio ad un Matteo Renzi più agguerrito che mai, pronto già dal 2022 a farsi strada tra i partiti più importanti attraverso la nomina a febbraio del nuovo presidente della Repubblica, in vista di altri sterili attacchi al reddito di cittadinanza, con buona pace della Gruber.
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