È stato inventato un nuovo impianto cerebrale che permette di tradurre in testo scritto la calligrafia immaginata.
Grazie a quest’impianto un uomo paralizzato dal collo in giù a causa di un incidente nel 2007 è riuscito a comunicare i suoi pensieri per iscritto con importante precisione.
Il dispositivo è frutto di una lunga ricerca chiamata BrainGate, sorta con l’obbiettivo di creare un’interfaccia cervello-computer che utilizza l’intelligenza artificiale per interpretare i segnali di attività neurale in atto durante la scrittura.
L’uomo cha ha partecipato alla sperimentazione ha 65 anni, ed era paralizzato già da anni. Durante l’esperimento si è concentrato come se dovesse effettivamente scrivere, con carta e penna immaginari. Gli elettrodi impiantati nella corteccia motoria hanno registrato i segnali che sono stati puoi interpretati da algoritmi gestiti da un computer esterno. Durante l’esperimento sono state codificate le 26 lettere dell’alfabeto immaginato da T5 – nome dato all’uomo per l’esperimento- e alcuni segni di punteggiatura.
Il primo ad interessarsi allo studio è stato Frank Willet, ricercatore di protesi neurali alla Stanford University. Nel corso degli anni BrainGate si era occupata di diverse ricerche a riguardo, utilizzando metodi differenti di codifica. Non si conosceva, tuttavia, quanto il cervello potesse conservare e ricordare le rappresentazioni neurali della scrittura e con quale accuratezza potevano essere riprodotte attraverso l’interfaccia artificiale.
L’esperimento è stato però un successo: T5 è riuscito a scrivere 90 caratteri al minuto (circa 18 parole al minuto) con circa il 94% di precisione (98% con l’autocorrect attivo).
Il metodo è risultato più veloce rispetto ad altri sin qui sperimentati e si stima che la velocità di scrittura sia simile a quella realizzata su smartphone per scrivere un messaggio (circa 115 caratteri o 23 parole per minuto, per un uomo nella stessa fascia d’età di T5).
L’inventore Frank Willet ha quindi dichiarato, come riportato da Science Alert: “Abbiamo imparato che il cervello mantiene la capacità di prescrivere movimenti di precisione anche dieci anni dopo che il corpo ha perso l’abilità di eseguire quei movimenti. Questo tipo di movimenti, come la scrittura, vengono interpretati più facilmente e più velocemente dall’IA”.
In pratica, i ricercatori dicono che le lettere dell’alfabeto, essendo molto diverse tra loro per la forma, sono più facili da decodificare per l’IA. Il sistema riesce a decifrare le intenzioni del fruitore più velocemente rispetto ad altri sistemi neurali con input differenti.
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