Siamo arrivati a quel periodo dell’anno e no, non mi riferisco a Mariah Carey prontissima a far risuonare da oggi fino a metà gennaio ‘All I want for Christmas is you’ in tutti i centri commerciali, tv e radio. Abbandoniamo la Carey dittatura, per spostarci su un personaggio tutto nostrano che ogni Natale decide di regalarci la sua nuova fatica letteraria, presenziando nei più importanti salotti tv, eccezion fatta del suo, aggiungendo a ‘Perché l’Italia diventò fascist'”, ‘Perché l’Italia amò Mussolini‘.
Se ancora non fosse chiara l’identità, stiamo parlando di Bruno Vespa che ieri, ospite da Floris a diMartedì, si è reso protagonista di un siparietto, dai tratti tragicomici, col conduttore.
Per introdurre l’argomento, ormai di moda, Floris spiega a Vespa, attento ma guardingo, chi sia il complottista no vax di turno, una persona stimata e a stretto contatto coi piani alti: “E’ un video di Monsignor Viganò, già nunzio apostolico degli Usa, ora in pensione, teorico del cosiddetto “Grande Reset”, il complotto del sistema delle élite per preparare il terreno all’arrivo dell’Anticristo, così dice Viganò.”
Si parla di un uomo di Dio, istruito, sapiente conoscitore del mondo e dei suoi inganni che, invece si lancia nella teoria complottista più in voga al momento “In tutte la parti del mondo in cui vige la psico-pandemia il popolo scende nelle piazze e manifesta il proprio dissenso. I media di regime, in pratica tutti, tacciono sistematicamente quello che però possiamo vedere su Internet.” – spiega il Monsignore – “Ci siamo svegliati un po’ tardi, è vero, ma stiamo cominciando a capire che ci hanno ingannato per quasi due anni, raccontandoci cose che non corrispondevano alla realtà, dicendo che non c’erano cure, che si moriva di Covid mentre uccidevano deliberatamente i contagiati, per farci accettare mascherine, lockdown e coprifuoco”.
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Insomma, la moria in corso sarebbe frutto di un calcolato genocidio intento a controllarci, come nelle più classiche delle distopie. E’ sempre interessante notare come, perdendo la nostra unicità di singoli in un mondo globalizzato, si cerchi di individuare una presenza onnisciente, fluida, nemica del popolo e delle sue libertà, pronta ad incatenarci. E non stiamo parlando della Chiesa.
Basterebbe, più che altro, evitare di dar voce a certi personaggi, se l’unico intento, come a diMartedì, ma così come a la Zanzara nei giorni scorsi, è deridere chi parla, prendendolo anche per pazzo, dall’alto scranno della saggezza sui cui alcuni si sono impropriamente seduti. Attenzione, con ciò non si intende in alcuna maniera dar credito a certe teorie, indubbiamente sbagliate, ma la tentazione di crogiolarsi in un unico momento di stucchevole autocompiacimento è sempre troppo forte. Ed è proprio quello che è accaduto ieri sera.
Evitando l’argomentazione, il ragionamento o un virtuale contradditorio, Bruno Vespa commenta il filmato appena mandato in onda con delle lapidarie parole: “Direi, che Dio lo perdoni“, mentre Floris se la ride di gusto per questa originalissima battura di spirito.
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