Lo sfruttamento dei migranti da parte della Bielorussia per esercitare pressione sull’Unione Europea ha suscitato l’ira di Von der Leyen: “Strumentalizzazione inaccettabile. Sanzioni in arrivo”. E nel frattempo 10 persone hanno perso la vita alla frontiera
Centinaia di migranti, alcuni dei quali provenienti dal Medio Oriente, hanno raggiunto a piedi il confine tra Bielorussia e Polonia durante la mattinata di ieri.
Un fenomeno che purtroppo, oramai, va avanti da mesi. Da tempo, infatti, la Bielorussia prima accoglie i migranti e i richiedenti asilo per poi respingerli dietro verso il territorio polacco e territori limitrofi, il tutto nel tentativo di esercitare pressione nei confronti dell’Unione Europea e della Polonia.
Quest’ultima, infatti, assieme all’UE, è ritenuta avversaria del regime autoritario di Alexander Lukashenko, che ha deciso di combattere la sua personale battaglia sulla pelle dei migranti in risposta alle sanzioni imposte da Bruxelles.
Ciò che questa volta sta destando particolare preoccupazione è l’altissimo numero di migranti spinti verso la Polonia.
Mai, infatti, così tante persone si erano dirette verso la Polonia in un’unica volta.
Le immagini, arrivate quasi tutte attraverso i social, come riportato da ‘il Post’, mostrano colonne di migranti in cammino sulla strada che conduce da dalla cittadina bielorussa Bruzgi a quella polacca Kuźnica, come si può vedere dalla mappa condivida dalla testata:
Incerto, attualmente, il numero effettivo di migranti e richiedenti asilo, sebbene l’agenzia Reuters parli di circa 500 persone.
Incerta, anche la loro provenienza, ma stando a quanto riportato dalle testate polacche, sembra che la maggior parte di essi provenga dal Medio Oriente.
Notizie fugaci e parziali, in quanto risulta estremamente ostico e difficile per gli inviati delle testate locali o giornalisti indipendenti raggiungere la zona a seguito della proclamazione dello stato di emergenza.
Come riportato da ‘il Corriere’, una donna di origini curde ha rivelato al Guardian: “Ho pagato 20 mila euro ad un’agenzia di viaggi“.
Un altro migrante ha dichiarato alla Abc: “Sappiamo di essere strumentalizzati da Lukashenko, ma non abbiamo futuro”.
Vari gli appelli affinché l’Unione Europea intervenga, fra i quali quello di Angela Merkel che ha dichiarato: “La Polonia o la Germania non possono gestire questa crisi da sole”, un parere condiviso anche dal premier polacco, Mateusz Morawiecki, secondo cui la crisi dei migranti al confine bielorusso “minaccia la stabilità e la sicurezza dell’intera Ue”, come si legge nel suo post Twitter:
Il caos arriva a due settimane del rifiuto da parte dell’Unione Europea di accettare la richiesta di co-finanziamento da parte della Polonia per la costruzione di un muro di confine.
E intanto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, fa “appello agli Stati membri per estendere il regime di sanzioni nei confronti del regime bielorusso per questo attacco ibrido” annunciando la creazione di una “lista nera per le compagnie aeree di Paesi terzi attive nella tratta di esseri umani”.
E intanto a pagare lo scotto di questa “guerra ibrida”, come è stata definita dalla Presidente, sono i migranti.
Strumentalizzati dal regime bielorusso che gli impedisce di tornare dietro, respinti in modo feroce dalla polizia polacca, centinaia di migliaia di persone restano in un limbo, intrappolate in una terra su cui nessuno ha giurisdizione, e ignoranti da una Unione Europea che da mesi rimanda un effettivo intervento sulla questione.
Le temperature, intanto, scendono sotto lo zero, e dall’inizio di questa crisi sono già 10 le vittime ufficializzate, come riportato da ‘il Sole 24 Ore’.
E questa disperazione è stata ben captata dalla Bielorussia. Come riporta ‘Guardian’, infatti, i migranti sono stati attirati nella nazione con promesse di ottenimento di visti e voli gratuiti per raggiungere Minsk, capitale del Paese, dalla quale poi i migranti e i richiedenti asilo si sarebbero dovuti spostare per raggiungere l’Unione Europea.
L’esito di queste false promesse è oramai sotto gli occhi di tutti. Una volta raggiunto il confine, infatti, la Polonia ha rifiutato loro l’ingresso, presidiando il confine con ben 12mila uomini.
E’ da mesi che la Bielorussia porta avanti questa strategia per generare caos nell’Unione Europea ed esercitare pressione nei suoi confronti.
Il governo, infatti, ha aperto una nuova rotta migratoria non solo verso la Polonia ma anche verso Lituania e Lettonia, favorendo il passaggio di migliaia di migranti che, passando tramite Minsk, ricevevano la promessa di raggiungere l’Europa.
L’obiettivo? Generare una crisi con l’Unione Europea che ha offerto il suo appoggio all’opposizione del regime di Lukashenko, infliggendo alla Bielorussia sanzioni.
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