Roberto Saviano finisce a processo per diffamazione nei confronti della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Nel Dicembre 2020, durante un dibattito alla trasmissione ‘Piazzapulita‘, in onda su La7, Saviano aveva insultato la Meloni definendola una “bast**da”.
Si discuteva di migranti e ONG e Saviano, facendo riferimento alla morte di un bambino della Guinea durante un viaggio disperato nel Mediterraneo, si esprimeva in questi termini:
“Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle Ong: “taxi del mare”, “crociere”… ma viene solo da dire bast**di. A Meloni, a Salvini, bastardi, come avete potuto? Come è stato possibile, tutto questo dolore descriverlo così? È legittimo avere un’opinione politica, ma non sull’emergenza”.
Salvini non se l’è presa per l’insulto ma Giorgia Meloni sì. E manda Saviano in tribunale
Saviano è stato quindi rinviato a giudizio dal gup di Roma per queste parole dopo l’udienza preliminare di quest’oggi.
Lo scorso luglio il pm Pietro Pollidori, a cui era stato affidato il procedimento, aveva chiuso le indagini contestando a Saviano il reato di diffamazione.
Lo scrittore di ‘Gomorra’ si è presentato in aula, e si è scagliato contro il legale di Giorgia Meloni, Andrea Delmastro delle Vedove.
Quest’ultimo ha raccontato alcuni dettagli sul loro confronto avvenuto in aula – come riportato da ‘Libero’: “Saviano mi puntava il dito in faccia dicendo ‘non vi mollo, non vi mollo’. Non credo sia un comportamento consono a un’aula di tribunale e in tanti anni da avvocato non mi è mai capitato”.
Delmastro ha quindi continuato il suo racconto: “Il gup ha definito esorbitante, rispetto al diritto di critica politica, l’epiteto ’bastarda’, mentre Saviano in aula ha rivendicato le sue parole”.
Nessuno dei due è intenzionato a fare un passo indietro, mentre la data della prima udienza si staglia ancora lontana all’orizzonte: il 15 Novembre 2022.