Il corpo senza vita di Alessio Zangrilli, 35enne pugile romano, è stato trovato nel Tevere: adesso si cerca di capire com’è morto.
Domenica 10 ottobre Alessio Zangrilli, noto nell’ambiente pugilistico come Zangra, è uscito di casa e non ha fatto più ritorno. Erano le 15 quando ha detto alla madre che stava uscendo ed il suo telefono ha squillato sino alle 19, poi di lui si sono perse completamente le tracce. A dare l’allarme è stata proprio la madre, Virginia, che in questi giorni non ha mai perso la speranza di ritrovare il figlio e lo ha cercato con ogni mezzo possibile, andando anche più volte a ‘Chi l’ha visto?’.
Le sue speranze si sono infrante ieri mattina, quando al commissariato di Ponte Milvio le hanno comunicato che il corpo senza vita del figlio era stato trovato nel Tevere, all’altezza di Ponte Duca D’Aosta. Adesso il corpo del pugile è stato consegnato all’autorità giudiziaria che nelle scorse ore ha disposto l’autopsia per capire le cause del decesso. Da una prima analisi non sono emersi segni di violenza fisica, adesso si cerca di capire se avesse in circolo delle sostanze stupefacenti che gli abbiano fatto perdere coscienza o l’abbiano reso incapace di capire il pericolo in cui si trovava. Non viene esclusa ad oggi nemmeno l’ipotesi del suicidio volontario, né quella dell’istigazione al suicidio.
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Nei giorni scorsi erano giunte al commissariato alcune segnalazioni di avvistamenti per le vie di Roma. Probabile che si trattasse di false piste, visto che secondo il coroner Alessio Zangrilli si trovava nel Tevere da almeno 10 giorni e non è nemmeno escluso che vi si trovasse dal giorno stesso in cui era scomparso. Chi lo conosceva non riesce a credere che possa essersi suicidato, anche se tutti avevano notato nell’ultimo periodo un cambio d’umore repentino: Alessio era triste, svagato, incapace di concentrarsi negli allenamenti e negli incontri.
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L’unica che aveva pensato ad un possibile suicidio prima del ritrovamento del corpo era stata la fidanzata. Intervistata da ‘Chi l’ha visto?‘, la donna (di 15 anni più grande di Alessio) aveva ipotizzato con paura: “Penso che o s’ è buttato al Tevere.. ma no.. non lo avrebbe fatto”. Quindi ha parlato di strane telefonate, dei messaggi e delle chat avute con lui nei giorni precedenti alla scomparsa. Dettagli che non possono più emergere perché pare che il telefono sia finito bruciato: “Il mio cellulare è andato bruciato insieme al mio materasso”.
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