Il senatore leghista Armando Siri lancia delle accuse insensate a Facebook, sostenendo che il nome “Meta” significhi “Morte”.
La scorsa settimana Mark Zuckerberg ha annunciato il cambio di nome della holding che possiede le sue aziende social che da Facebook diventa Meta. Il cambiamento è legato, almeno ufficialmente, al progetto del multimilionario di creare un metaverso in cui inserire tutte le sue proprietà intellettuali e in cui offrire agli utenti un’esperienza di navigazione interattiva e totalmente in tre dimensioni.
Il progetto di Zuckerberg nasce tempo fa, quando Facebook ha acquisito Oculus ed ha deciso di investire sul visore di realtà virtuale. L’intento non era solo quello di creare videogiochi che sfruttassero il visore, ma quello appunto di creare un intero ecosistema social in cui l’utente poteva “perdersi” spendendo tempo in varie attività. Il Meta-verso di Facebook passa da Horizon World e Horizon Workspace, due applicazioni in realtà virtuale che al momento sono in beta e in futuro dovrebbero accogliere utenti interessati a questa realtà social per certi versi rivoluzionaria.
Sentendo parlare il creatore di Facebook del progetto Horizon e degli obiettivi dell’azienda, alcuni hanno sviluppato dei timori che possono essere legittimi: non sarà troppo? Permettere interazioni interpersonali e sociali tramite realtà virtuale non sarà dannoso per i più giovani? Non si rischia per caso che i soggetti vivano un’esperienza di spersonalizzazione? Insomma tutti dilemmi etici legati alla possibilità che un simile universo possa essere troppo assuefacente e dunque troppo inglobante. Nessuno, almeno pensavamo, aveva pensato che il nome Meta potesse nascondere qualche significato cospirazionista.
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L’attacco insensato di Siri a Meta, il futuro secondo Facebook
Ad arrivare ad una simile conclusione è stato il senatore leghista Armando Siri, il quale è partito da una notazione semantica, degna di un traduttore professionista: “Interessante l’utilizzo della parola ‘Meta’ che ha una radice ben precisa in ebraico, quella di ‘morte'”. In seguito il senatore cita anche uno dei padri della psicologia per asserire che la casualità non esiste e ci aggiunge anche una correlazione un po’ forzata: “E Zuckerberg è ebreo. Carl Gustav Jung, sosteneva che il ‘caso’ non esiste. Aggiungerei, soprattutto nel ‘caso’ si tratti di una multinazionale, che prima di scegliere un nome avrà fatto una lunga due diligence. O forse no. Forse era proprio così che lo si voleva chiamare il futuro”.
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In molti hanno trovato nelle parole di Siri un germe di antisemitismo, tra questi anche l’onorevole Fiano che in primo luogo smentisce la traduzione e l’origine del termine rintracciati dal senatore della Lega: “Quando un senatore della Repubblica attacca qualcuno inventandosi radici linguistiche completamente sbagliate, proprio in quanto ebreo, allora il pericolo è vicino e bisogna reagire. Vero Matteo Salvini? – quindi aggiunge – Meta viene dal greco, non dall’ebraico”. Infine sul post del senatore aggiunge: “Siri scrive cose false, dovute alla sua ignoranza della lingua ebraica, e gravemente pericolose per il portato di antisemitismo che sottintende”.