Il popolarissimo gioco di Epic Games, Fortnite, non potrà più essere giocato dai videogiocatori cinesi: cosa è successo.
L’eterna lotta tra i produttori di videogame e le istituzioni si è rinnovata in Cina con una decisione che ha per certi versi un’importanza storica e che conferma come per il momento il Paese asiatico sia una terra ostile a questa forma di intrattenimento. Negli anni scorsi il governo cinese ha impedito l’approdo nel proprio Paese delle console provenienti dall’estero. L’apertura a Playstation e Xbox è giunta solamente nel 2015, ovvero due anni dopo l’arrivo della passata generazione di console.
Con un’utenza tutta nuova finalmente a disposizione, Sony ha deciso di ampliare la propria influenza cominciando a produrre giochi indipendenti proposti da singoli o da piccole software house cinesi. Da questi progetti sono nate alcune collaborazioni importanti, tra le quali spicca sicuramente ‘Lost Soul Aside‘, action game che dovrebbe vedere la luce il prossimo anno su Ps5 e Pc.
Data la potenzialità del mercato cinese, Sony ha anche deciso di recente di costituire una divisione interna che si occupi dello sviluppo e della distribuzione di hardware e software in Cina. Una mossa a cui potrebbe seguire la creazione di vere e proprie software house first party con sede in Cina. D’altronde da tempo il colosso videoludico parla di voler espandere i propri studi asiatici.
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Esattamente come Sony, anche tutti gli altri produttori di videogame hanno visto nell’apertura della Cina al medium una possibilità per espandere il proprio business e far lievitare i profitti. Uno dei primi publisher a cercare di sfruttare il mercato è stato Epic Games. Nel 2018 è stato trovato un accordo con Tencent per la diffusione di una versione cinese del popolarissimo gioco free-to-play ‘Fortnite’, commercializzato con il nome di ‘Fortress Night’.
L’esperimento, però, volgerà al termine il prossimo 15 novembre. A comunicarlo è stata la stessa Epic Games, senza però motivare la scelta. Con ogni probabilità la decisione è stata presa per via dell’inasprimento del governo cinese sui videogiochi. In agosto è stato posto un limite di 1 ora al giorno per l’utilizzo di videogiochi online, e qualche settimana fa è addirittura arrivato il blocco per i minorenni.
I videogiochi vengono ritenuti alla stregua di una droga, qualcosa che crea dipendenza e può fare staccare i giovani dal reale. Per tale motivo la Cina ha deciso di limitarne l’utilizzo a tutti e di impedirlo ai minori di 18 anni. Probabilmente Epic ha ritenuto che le limitazioni e il ban dei minorenni rendessero poco profittevole tenere aperti i server cinesi, una decisione che a catena potrebbe coinvolgere tutti i publisher di giochi only online.
Difficile infatti che i giochi single player patiscano per le nuove regole imposte dal governo. Il controllo sul gioco offline, infatti, dovrebbe essere applicato in ogni singola abitazione dai genitori. Allo stato attuale, dunque, potrebbe avere ancora senso investire nel mercato cinese se si vorrà vendere esperienze di gioco differenti da quelle multiplayer online. Sono quelle le tipologie di gioco ritenute pericolose, visto che creano forte dipendenza e possono in teoria essere giocate all’infinito.
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