Colpita da una pallonata alla nuca, una direttrice di gara ha perso coscienza in campo: a salvarle la vita il gesto eroico di un 18enne.
La vita di una giovane direttrice di gara poteva spegnersi prematuramente e improvvisamente durante una partita di calcio. Tutto stava andando normalmente, finché i padroni di casa, L’ASD Lesna Gold, non hanno battuto un calcio d’angolo ed il pallone si è infranto violentemente sulla nuca dell’arbitro.
Anche dopo il colpo subito sembrava che non fosse successo nulla di grave, la direttrice di gara si toccava la nuca per il dolore ma aveva continuato come se nulla fosse. Qualche minuto dopo si è accasciata a terra facendo prendere uno spavento a tutti. In quei concitati attimi il capitano della formazione di casa, Simone D’Avolio – 18 anni -, non ha perso un istante, ha detto a tutti gli altri di fare spazio e si è precipitato ad attuare le manovre di primo soccorso.
Dopo alcuni interminabili minuti, la direttrice di gara ha ripreso coscienza, facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti i presenti. Al termine dell’incontro l’eroe 18enne è stato premiato con una Menzione D’Onore Fair Play. Di certo una soddisfazione per il classe 2002, il quale però è di certo più soddisfatto per aver salvato la vita ad una persona, riuscendo a mantenere il sangue freddo in una situazione di panico generale.
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Raggiunto da ‘Fanpage‘ dopo il suo atto di eroismo, Simone ha minimizzato il suo intervento e spiegato che avendola vista crollare a terra a pochi passi da lui gli è venuto naturale chinarsi per aiutarla: “Io ero proprio lì vicino. Non ho avuto tempo di pensare, mi sono chinato e le ho messo la testa in una posizione sicura, mi sono assicurato che non potesse soffocarsi con la lingua”.
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Simone ha ammesso che i minuti successivi alla sua manovra sono sembrati interminabili e che in quegli istanti c’era il timore che la ragazza non si riprendesse più, poi per fortuna è rinvenuta. Il 18enne spiega che sapeva cosa fare: “In passato ho seguito diverse lezioni di primo soccorso e sapevo come intervenire. Non ho dovuto pensare se era il caso o meno di chinarmi e aiutarla. In effetti dopo, quando è finito tutto, mi sono venuti i brividi, ma mi sono sentito anche tanto orgoglioso”.
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