Massimo Giletti invita in studio Marco Liccione, esponente di “Variante Torinese” e uno dei No Green Pass in piazza a Roma sabato scorso, la protesta tristemente famosa – fra gli altri momenti censurabili – per la marcia contro la CGIL.
L’argomento è caldo, il clima incandescente e gli animi si infiammano, fino a che il confronto degenera.
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Tensione in studio
I disordini a Roma hanno una valida giustificazione, almeno secondo Marco Liccione, convinto no Green Pass: “Volevamo essere ascoltati dal governo, volevamo anche una semplice telefonata da loro. Qualcuno doveva ascoltarci”, spiega Liccione motivando l’escalation in piazza.
Un tentativo di spiegare quanto accaduto che non è andato a genio a Giletti, non fosse altro che si tratterebbe di un futile motivo: “Ma scusi, lei pensa che in quel momento Mario Draghi potesse chiamare lei o Castellino? Ma com’è possibile? Tornate coi piedi per terra, c’è un limite!”, chiosa nervoso il giornalista che, se da una parte vuole rimettere in riga questi dubbi personaggi, dall’altro gli dà una visibilità che viceversa non avrebbe, in prima serata in tv.
Andando quindi al già citato assalto alla sede di Roma della Cgil – che ha scatenato uno sdegno bipartisan – lo stesso ospite ha tenuto a precisare la sua estraneità all’assalto: “Io non ero neanche davanti alla Cgil, io sono andato a Palazzo Chigi”.
Così si è difeso Liccione, ulteriormente incalzato da Giletti: “Ma perché vi siete scontrati con la polizia? Cosa c’entra la Cgil, per lei è normale assaltare Palazzo Chigi? Ma siete da TSO, lo capite?“, si infuria ancora Giletti e lì è la fine di un dialogo forse mai nemmeno iniziato e che forse non sarebbe proprio dovuto iniziare.
Incalzato dal conduttore che non gli lascia troppo tempo per parlare, Liccione appare come un interlocutore confuso.
Un interlocutore confuso che cui conclude l’intervento in trasmissione con la classica frase degli amanti degli opposti estremismi (caso sommo di benaltrismo applicato alla politica): “La violenza non è mai giustificata, né da una parte né dall’altra”.
Poi non c’è più tempo per altre domande.
Peccato, perché sarebbe stato interessante chiedere al signor Liccione perché si sia usata in piazza quella violenza che tanto aborra e che c’entrano nello specifico gli estremismi di sinistra con la distruzione della sede della CGIL.