Spuntano dei super testimoni nel caso di Gianmarco Pozzi che potrebbero ribaltare le indagini sull’omicidio del giovane pugile. L’avvocato, sentito da Periodico Italiano e da Storie Italiane, parla in merito all’arrivo del nuovo pm
Novità clamorose emergono nel caso della morte di Gianmarco Pozzi, il campione di kick boxing 28enne ritrovato senza vita all’interno di un intercapedine di una casa a Ponza lo scorso agosto 2020.
Con Periodico Italiano stiamo seguendo il caso da mesi, e a distanza di più di un anno da quel tragico ritrovamento, il quadro fosco nel quale si è svolta la ricerca della verità sembra cominciare a rischiararsi.
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La famiglia di Gianmarco Pozzi, da mesi attiva in un’indagine parallela personale, sentita da noi di Periodico Italiano e dalla trasmissione televisiva di Rai 1 Storie Italiane, condotta da Eleonora Daniele, ha rivelato delle informazioni importantissime.
Elementi rilevanti, i quali potrebbero ribaltare l’andamento delle indagini diventando prove inconfutabili. Ma un problema, su tutti, va risolto: la testimone che avrebbe assistito in diretta all’omicidio di Gianmarco Pozzi ha paura di parlare per ritorsioni personali.
Ed è per questo che papà Paolo, assieme alla mamma Paola Taranto e alla sorella Martina lanciano un appello all’unisono per sensibilizzare la testimone a farsi avanti e parlare, lasciando dietro la paura di ritorsioni personali in nome della giustizia e della verità.
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Gianmarco Pozzi, spunta la super teste: “Tre uomini trasportavano il corpo in una carriola, uno riconosciuto”
Come dichiarato da Paolo Pozzi sia a Periodico Italiano che alla Rai, dal 22 aprile “Siamo attenzionati da una persona a noi cara di ponza la quale ci comunica che conosce una donna che ha visto parte dell’omicidio di mio figlio”.
Stando a quanto dichiarato dall’amico della famiglia Pozzi, un uomo residente a Ponza, una donna dell’isola avrebbe assistito in diretta la mattina del decesso di Gianmarco tre persone che trasportavano una carriola all’interno della quale vi era un corpo senza vita, in quanto si vedevano due gambe spuntare. Il corpo in questione era coperto da un telo nero.
Con ogni probabilità, era quello il momento in cui il corpo di Gianmarco, si ipotizza, veniva scaricato nell’intercapedine in cui è stato ritrovato.
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Nessuno ha attenzionato la carriola e il sacco nero
Ma non solo: il corpo era probabilmente stato messo all’interno di una busta nera che, rivedendo le foto scattate dalla sorella di Gianmarco 11 ore dopo il ritrovamento del corpo, era sulla scena del crimine.
Un elemento che non solo non è stato preso in considerazione dalle forze dell’ordine accorse sul posto, ma che non è stato raccolto come possibile prova sulla quale potevano essere presenti delle tracce ematiche fondamentali ai fini delle indagini.
Nonostante durante la trasmissione di Storie Italiane sia stato affermato, nel corso della puntata, che il sacco nero sia attualmente sotto accertamenti per il rinvenimento di possibili tracce, questa è stata un’informazione, purtroppo, smentita in diretta dalla famiglia.
La superteste che ha paura di parlare mai ascoltata dagli inquirenti
Un altro aspetto, il principale, anzi, che complica di per sé un quadro già complesso è il fatto che la superteste, le cui poche informazioni rilasciate sono state fatte tramite l’amico ponzese della famiglia Pozzi, ha paura di parlare per possibili ritorsioni personali.
In famiglia, infatti, le avrebbero suggerito di non parlare per non esporsi a possibili pericoli, essendo inoltre mamma di due bambini.
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La paura principale verterebbe sul fatto che la donna in questione ha riconosciuto una delle tre persone che trasportavano il corpo quella mattina.
Periodico Italiano ha sentito, come si diceva, la famiglia della vittima, la quale ha dichiarato anche alla Rai di essere in contatto con il tramite (ossia l’amico della famiglia) da mesi. Vi sono, infatti, “Centinaia di audio e messaggi whatsapp scambiati con lui e più di 20 email”, dichiara Paolo Pozzi.
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I famigliari, attraverso questo amico, hanno tentato in ogni modo di mettersi in contatto con la donna, decidendo, per tutelarla, di non dichiarare né a noi né alla Rai questa informazioni di cui erano al corrente dall’aprile scorso.
La testimone ha inizialmente accordato una serie di appuntamenti, tutti rimandati. Dal 23 agosto fino ad oggi, infatti, ogni tentativo di spingerla a fare tali dichiarazioni ufficialmente, anche attraverso lettere anonime, è andato perso, come ci ha confermato Paolo Pozzi.
L’aspetto maggiormente grave in questa vicenda è che la donna non è stata mai ascoltata dagli inquirenti. Come è possibile, si chiede la famiglia, che la donna, che ha visto tutto perché abita presumibilmente vicinissima alla scena del crimine, non sia stata ascoltata?
Perché le indagini sono state così lacunose al punto da non sentire neanche i vicini, come protocollo impone?
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Domande che generano rabbia, una rabbia tangibile dalle parole di Paolo Pozzi: “Il protocollo non è stato il alcun modo rispettato, ed infatti il Maresciallo di Ponza ha chiuso il caso”.
Come affermato in trasmissione, dovrebbe essere compito della polizia giudiziaria trovare la donna e spingerla a parlare per il bene della verità, cercando di riporre fiducia nei confronti della protezione e del lavoro delle forze dell’ordine.
Il mistero del gommone: con chi era Gianmarco quella mattina? Perché parla di “uno zio”?
Un’altra questione emerso nel corso della trasmissione riguarda il noleggio di un gommone preso da Gianmarco la mattina del decesso.
Il gommone, secondo quanto dichiarato da un altro testimone, rimarrà ormeggiato fino alla mattina alle otto e mezza. Con lui altri quattro amici, di cui tuttavia non si conosce l’identità in quanto il testimone non sapeva chi fossero. In tutto, dunque, compreso Gianmarco, erano cinque.
E’ stato dunque confermato che Gianmarco la sera dell’8 va via dalla spiaggia del frontone, ormeggerà poi il gommone privato con sopra 4 persone fra le quali una che Pozzi presenterà come suo zio.
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Un elemento strano, che non torna, in quanto in realtà non era davvero un famigliare. Il gommone rimarrà lì fino alle 8 e mezza della mattina della morte di Pozzi e poi ripartirà.
Il problema consiste nel fatto che la persona che ha dato il consenso per farlo attraccare non ha chiesto i documenti in quanto conosceva Gianmarco, rendendo di fatto più complesso identificare chi fossero.
Una volta arrivato il gommone tutti e cinque gli uomini, compreso Gianmarco, si sono avviati verso l’appartamento.
Una nuova testimonianza sui coinquilini: “L’ho visto più strano, soprattutto dopo la morte di Gimmy”
Sempre il testimone che ha riferito le informazioni sul gommone ha rilasciato poi delle dichiarazioni in merito ai coinquilini di Gianmarco.
Alla domanda su cosa pensasse del caso il teste ha dichiarato: “Lo hanno fatto ammazzare” per poi aggiungere “Si diceva della droga, ma io non l’ho visto mai [farsi o spacciare, ndr]”.
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L’uomo è l’ultimo ad aver visto Gianmarco prima del decesso, e ha dichiarato di averlo visto con i coinquilini, fra cui “Uno alto, quello alto grosso con la barba nera e con un altro”.
“Quello con la barba faceva la faccia brutta” ha dichiarato, per poi aggiungere: “L’ho visto più strano, dopo che è successa questa cosa l’ho visto ancora più strano”.
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Lo stesso è stato poi fermato dai carabinieri che gli hanno riferito che era morto un ragazzo rumeno, un ragazzo senza documenti, il tutto verso le otto e mezza/nove di quel mattino.
Nonostante questo e nonostante fosse oramai conclamato che quest’uomo sia stato l’ultimo a vedere Gianmarco, nessuno degli inquirenti ha voluto ascoltarlo.
L’avvocato Fabrizio Gallo a Periodico Italiano: “Grande voglia di fare del nuovo pm”
Il legale della famiglia, l’avv. Fabrizio Gallo, sentito da Periodico Italiano ha rilasciato le sue considerazioni a seguito dell’incontro conoscitivo con il nuovo pm, Flavio Ricci, che sostituisce il precedente, Beatrice Siravo.
Il cambio del pm, a detta di Gallo, è una notizia quantomai positiva, in quanto quest’ultimo ha espresso molta volontà nell’approdare a una verità giudiziaria: “Ha dimostrato una gran voglia di fare” – dichiara il legale a Periodico Italiano – “E’ un segnale estremamente positivo, e ha promesso entro Natale di dare risposte concrete”.
Alla Rai, invece, Gallo ha dichiarato che Ricci darà assoluta priorità al caso Pozzi, sia per dare risposte ai cittadini italiani che (e soprattutto) alla famiglia della vittima. Sempre nel corso della trasmissione il legale ha espresso tutto il suo disappunto, e la sua rabbia, per la modalità con cui sono state condotte fino ad oggi le indagini.
Infine ha riferito il fatto che sia lui che all’altro legale, l’avvocato Malara, è stato richiesto da parte del pm Ricci di coadiuvarlo nel lavoro investigativo. Il primo passo in questo senso sarà quello, come ci ha dichiarato Gallo, di fare una memoria su quanto accaduto fino a oggi e quanto scoperto dalla famiglia.
Nel frattempo la speranza è che la testimone decida di parlare, e di rilasciare delle dichiarazioni le quali, se messe per iscritto, porterebbero finalmente a una svolta nel caso dando finalmente la giustizia e la verità tanto cercata dalla famiglia che da mesi ricerca testimoni che riferiscano quanto accaduto.