C’è una patina di benaltrismo e buonismo, a sinistra, che stride ogni qualvolta ci sia un intoppo. Insomma, siamo tutti buoni, tutti bravi, finché la si pensa allo stesso modo; basta un accenno di critica, giusta o sbagliata che sia poco cambia, o un insulto mal gestito che il velo di Maya cade, producendo un tonfo così potente da mettere in crisi l’intero sistema “radical chic”.
Ma mi spiego meglio. Nelle ultime ore sta circolando sui social uno screen, poco carino, tra la giornalista de La Repubblica e Linkiesta, Guia Soncini, e Makkox, fumettista che siede, si fa per dire, alla destra di Zoro in Propaganda Live, programma di punta di La7. La Soncini ha mal digerito una risposta piccata di un’utente Twitter, una certa Beatrice, che in merito all’ultimo articolo della giornalista sui fatti di Roma scrive: “Ma a proposito di non capire un cazzo di niente, cosa sarebbero i generi sessuali? Parla come magni, si chiamano sessi. Ci sono due sessi.”
Twitta Beatrice, ma Guia non ci sta mica e altrettanto permalosamente ribatte: “È per questo che abbiamo inventato l’internet: perché «Beatrice» potesse rivolgersi alle estranee in toni che non userebbe con sua madre (la quale era comunque troppo impegnata a ciucciare cazzi per fornirle un’educazione minima).” La stessa educazione che manca anche alla Soncini evidentemente, ma sulla natura fallica mi astengo dal dare giudizi. Ed è pure un peccato, perché l’intuizione della Soncini sull’etichetta preconfezionata del fascismo è anche buona, ma si perde nel tentativo di difendersi.
Problemi a sinistra
Si può non essere d’accordo, il contradditorio è l’anima stessa della democrazia, ma predicare bene e razzolare male, solo perché ci si arroga il diritto di essere dalla parte giusta – di cosa poi? – è diventato estremamente di moda in quella parte di società che si definisce di sinistra, antifascista, ma di sicuro non comunista (e nemmeno una pornostar, come direbbe Abe Simpson).
Ed è proprio qui che Makkox cade. Retwittando la sagacia della Soncini, infatti, scrive: “Rimeffi a poffo la tua camereffa!”, insomma il vignettista ha pensato bene di commentare imitando la suddetta mamma. Che tutto questo sia un concentrato di ottusità, sessismo e di spocchia, tanto criticata dagli “intellettuali” di sinistra, è indubbio, ma come per magia in questo caso tutto si trasforma in fine ironia da salotto social, in cui complimentarsi e sostenersi a vicenda diviene il più alto momento di masturbazione intellettiva che si può raggiungere. Come se praticare sesso orale levasse davvero tempo all’educazione della prole e il padre poi, in tutto questo, dove sarebbe? Colpa solo della madre se Beatrice non ha la giusta educazione?
carissimi @welikeduel, quindi venerdì prossimo a #propagandalive makkox farà dal vivo l’imitazione della mamma che non educa i figli perché impegnata a fare soffocotti? chiedo per la Soncini. pic.twitter.com/yCuUCl7Hlq
— chiedi alla polvere (@movarturoelba) October 11, 2021
Ma può essere mai questo davvero il livello culturale che l’Italia si trascina dietro all’alba del 2022? Eh no, questa non è pesantezza o una battuta non capita, piuttosto un rivangare luoghi comuni e pregiudizi di genere, gli stessi che non piacciono però alla Soncini e Makkox.
Il web contro Makkox
Ma i Tweet al vetriolo contro la giornalista ed il vignettista non si sono fatti attendere, sgomenti anche loro di leggere un così basso scambio intellettuale: “Molto più dignitoso ciuccià cazzi che essere Soncini o Makkox.”, commenta un utente.
“Volevo dirti @makkox che la risposta al tweet di @lasoncini già di per sé orrendo è schifosa. Avete dato un esempio plastico di ciò che non si dovrebbe mai diventare.”, aggiunge un’altra ragazza.
“Prima dai delle pompinare alle madri morte altrui (manco in 1 media ‘sto livello) e quando te lo faccio notare me blocchi (atteggiamento passivo-aggressivo, fossi in te andrei dallo psi). Però in segno di solidarietà c’hai i rider come foto-profilo. A MAKKOX, MA VAFFANCULO.”, tuona su Twitter un’ex follower. Insomma, per Makkox è stata una bruttissima caduta di stile.
Roberto Angelini prima di Makkox: gli errori dei protagonisti di Propaganda Live
Ma non è la prima volta che uno dei pilastri di Propaganda Live finisce al centro di un episodio spiacevole. Solo qualche mese fa infatti Roberto Angelini, cantante romano e chitarrista del programma, è finito sotto l’occhio del ciclone a seguito di una querela, da parte di un’amica, alla Guardia di Finanza per favoreggiamento del lavoro in nero, nel ristorante di sua proprietà, che gli è costata ben 15mila euro.
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Nella denuncia si legge che il proprietario del locale, Angelini, aveva promesso di assumere la ragazza tramite regolare contratto, ma alla fine, temporeggiando mese dopo mese, continuava a tenerla occupata in nero, facendole dunque correre il rischio di non essere minimamente tutelata in caso, ad esempio, avesse avuto un incidente mentre guidava il furgone con cui faceva le consegne, né in caso di qualsiasi altra fattispecie di infortunio sul lavoro.
In quell’occasione, però, Roberto Angelini aveva giustificato le sue azioni sui social affermando come in realtà: “Dopo un anno di sacrifici per non chiudere cercando di limitare al massimo il ricorso alla cassa integrazione per i miei dieci dipendenti (visti i tempi biblici), ho comprato un furgoncino per le consegne e fatto lavorare amici che avevano bisogno.” E la sua ricompensa è stata alla fine una bella multa. Aspettiamo ora la replica di Makkox.