È morto a 95 anni nella sua casa di Roma Elio Pandolfi, l’attore classe 1926 è stato considerato da molti uno dei più grandi eclettici della seconda metà del Novecento, spazio dal cinema, al teatro e alla radio con estrema scioltezza e facilità. Il talento di Pandolfi, infatti, andava oltre la “semplice” recitazione: era anche un cantante, doppiatore, ballerino, mimo e parodista, insomma un artista che non si accontentava mai di una sola forma d’arte.
Cresciuto nella Roma neorealista in una famiglia numerosa, la sua prima passione, il teatro, lo ha reso un attore versatile capace di recitare con la stessa bravura ruoli comici e drammatici, lasciando sempre l’impronta del grande intellettuale sul palcoscenico. La sua carriera inizia ufficialmente però nel 1948, dopo essersi diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma, dove lo stesso direttore Silvio D’Amico, scrittore e critico teatrale d’eccellenza amico di Luigi Pirandello, debuttando a Venezia come mimo-ballerino con lo spettacolo Les malheurs d’Orphée di Milhaud, nello stesso anno con Orazio Costa approdò al Piccolo Teatro di Roma.
La voce oltre il palco: l’esperienza tra radio e doppiaggio
Per i molti che oggi si rammaricano per la sua scomparsa, Elio Pandolfi rappresentò una voce, incisiva e suadente, capace di accompagnare le giornate degli italiani alla radio già nel lontano 1949, quando iniziò la sua avventura radiofonica per la Compagnia del teatro comico musicale di Roma, interpretando tante letture in trasmissioni di rivista quali La Bisarca di Garinei e Giovannini.
Fu anche uno straordinario doppiatore di innumerevoli star, come l’attore francese Jacques Dufilho in tutti i film della serie sul Colonnello Buttiglione, ma ha anche doppiato Stanlio della coppia Laurel & Hardy, assieme a Pino Locchi che dava la voce a Ollio. E non si è fatto mancare nemmeno la Disney: fu Paperino, nei cartoni degli anni sessanta e settanta come seconda voce alternato a Oreste Lionello, e Le tont ne La bella e la bestia. Negli anni 1960 e 1970, Elio Pandolfi doppiò anche Daffy Duck, come la seconda voce nei cortometraggi dei Looney Tunes e Merrie Melodies.
Ma fu anche un cantante d’operetta e di lirica, ricordiamo “I racconti di Hoffmann” di Offenbach, con direttori quali Peter Maag o Daniel Oren, oltre a impegnativi autori classici contemporanei quali Satie, Poulenc o Pennisi.
La consacrazione al cinema
A far circolare il suo nome e a renderlo riconoscibile fu anche il cinema, con film di Alessandro Blasetti, Camillo Mastrocinque, Mario Mattoli, Bruno Corbucci, Pasquale Festa Campanile, Lina Wertmüller. E in parallelo coi film si contano anche varie opere d’autore diffuse dal piccolo schermo, commedie di Aldo De Benedetti o di Eugène Labiche, un Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen o una Bisbetica domata, un Borghese gentiluomo, un Furfantello dell’Ovest, o un importante Enrico IV pirandelliano diretto da Marco Bellocchio, fino alla Elisa di Rivombrosa con regia di Cinzia TH Torrini. L’ultima volta in pubblico, però, è su un palcoscenico, nel 2019 a Roma in “Io mi ricordo” con Riccardo Castagnari e la regia di Paolo Silvestrini, prima di ritirarsi per sempre dalle scene.
“Con profonda tristezza apprendo della scomparsa di Elio Pandolfi, un grande attore e doppiatore italiano. Il mondo dello spettacolo piange la scomparsa di un suo grande protagonista. Sono vicino alla famiglia in questa triste giornata”. Ha voluto ricordare così Elio Pandolfi, il ministro della Cultura, Dario Franceschini.
Il regista Pino Strabioli ha aggiunto per l’Ansa: “Era davvero uno degli ultimi di quella generazione di attori che avevano fatto di tutto, dalla prosa alla rivista. Forse è stato poco riconosciuto e onorato. Mi rimproverava sempre: ‘in tv hai dedicato uno speciale a tutti tranne che a me’. Colpa della pigrizia della Rai. Ed era un vero peccato perché lui da sempre filmava anche tutto. Aveva un archivio pieno di immagini di Panelli, Mastroianni, Bice Valori.”