La supermodella Emily Ratajkowski ha pubblicato finalmente una foto del suo bambino, ben sei mesi dopo averlo dato alla luce.
Tutti i fan di Instagram che seguono la Ratajkowski salutano così il piccolo Sylvester Apollo – di cui possono finalmente vedere il volto, avendolo aspettato da questo marzo.
Nonostante tutto, anche in questo caso, non sono mancate le critiche.
Riguardo cosa? Andiamo a vederlo assieme.
Finalmente una foto del piccolo Sly
I fan di Emily Ratajkowski sanno bene che il bambino ha un soprannome: Sly.
E anche se questa parola in inglese non ha un bellissimo significato (infatti, vuol dire “maligno” o “cattivo”), Sly è un bambino dolcissimo.
Nella foto, viene mostrato seduto su una poltroncina con addosso un adorabile completino e un cappellino rosso.
Il bambino ha anche un maglioncino con il suo nome ricamato sopra.
Emily Ratajkoskwi è stata aspramente criticata dagli hater dopo la sua gravidanza.
Prima perché ha mostrato un fisico perfettamente asciutto, poi perché ha pubblicato una foto dove la testa del bambino che porta in braccio pende un po’ da un lato.
Solo invidia? Non sembrerebbe così per l’influencer Alex Light, paladina della body positivity, che ha criticato le foto della modella come “difficili per la salute mentale delle donne che hanno da poco partorito“.
Critiche da tutti gli angoli
Inoltre, la supermodella è stata criticata anche per aver mostrato delle foto in cui aveva da poco dato il latte dal seno al suo neonato (scrivemmo in quell’occasione della foto, come potete vedere di seguito).
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Apparentemente, gli hater trovano sempre una scusa per criticarla. In quell’occasione Piers Morgan (direttore dei tabloid News of the World dal 1994 al 1995 e del Daily Mirror dal 1995 al 2004) l’aveva addirittura accusata di tenere il suo bambino come “un sacco di patate”.
C’è da dire che le controversie seguono Emily Ratajkowski dagli albori della sua carriera, quando aveva posato completamente nuda nel criticatissimo videoclip di Blurred Lines di Robin Thicke. All’epoca, la supermodella nata a Londra ma cresciuta in California si era beccata l’accusa di essere anti-femminista.