A ore 14 il caso di Laura Ziliani, la vigilessa trovata morta in Val Camonica e per il cui omicidio sono indagate le figlie e il fidanzato di una di loro. La lettera aperta della madre e il giallo del corpo. Come è stato trasportato lì?
Continuano a mancare importanti tasselli nel giallo di Laura Ziliani, l’ex vigilessa 55enne trovata scomparsa lo scoso 8 maggio nell’Alta Vallecamonica e ritrovata senza vita nella vegetazione.
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Dopo l’arresto delle figlie con l’accusa di omicidio volontario, si fa sempre più strada l’ipotesi che il movente del delitto sia ascrivibile a ragioni meramente economiche. Nel mirino degli investigatori, in particolare, i possedimenti della donna.
La Ziliani, infatti, possedeva degli immobili per un valore complessivo di circa 3 milioni/3 milioni e mezzo di euro. Un valore non indifferente, che le figlie e il compagno di una di loro, Mirto, conoscevano bene.
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Il ragazzo, secondo quanto si apprende nel corso nel programma, era molto invadente rispetto alle questioni economiche della famiglia. Negli ultimi tempi antecedenti la scomparsa della donna, infatti, Mirto Milani l’accusava di spendere troppo per la ristrutturazione degli appartamenti in suo possesso.
La lettera della madre di Laura Ziliani: “Mia figlia aveva paura”
Nel corso della puntata è stata letta anche la lettera scritta dalla madre di Laura Ziliani. La donna ha parlato di una figlia in preda alla paura delle sue figlie, ossia le sue nipoti. Cos’è che la spaventava? Laura era stata minacciata nelle settimane prima della sua scomparsa? “Mia figlia aveva paura”, ha dichiarato testualmente la madre.
La madre della Ziliani ha poi parlato di nipoti e fidanzato “troppo attaccati al denaro”, compreso Milani, alimentando i sospetti sul movente economico. La donna, dunque, a detta della madre sarebbe stata uccisa per le sue proprietà, affermando: “E’ il mio cuore di mamma che me lo dice”.
Il giallo degli appartamenti, la Bruzzone: “Il boccone era stato individuato”…
Durante la trasmissione, nella quale era presente anche la criminologa Roberta Bruzzone, si è affrontato poi la questione degli appartamenti e della gestione degli affitti. Cercando online, infatti, compare un annuncio di alcuni degli appartamenti messi in affitto.
Ciò che risulta sospetto, però, è il fatto che ci fosse una vera e propria malagestione degli affitti. Leggendo nelle recensioni, infatti, ne compare una di un utente che lamenta il fatto che nessuno di loro si sia presentato al check in dopo aver bloccato l’affitto dell’immobile.
Si apprende dal primo cittadino di Temù che quella non sarebbe stata l’unica volta in cui nessuno si sarebbe presentato al momento dell’ingresso degli ospiti, lasciandoli senza casa.
Se il loro interesse sono quegli immobili, perché non gestire gli introiti derivanti dall’affittarli? Secondo alcuni degli ospiti presenti in studio, fra cui la criminologa, ciò sarebbe attribuibile al fatto che il trio stesse puntando più in alto di “quei pochi spicci degli affitti”.
“Il boccone era stato individuato”, ha infatti dichiarato la Bruzzone.
…E il trasporto del corpo
Altro elemento da appurare è come il corpo sia stato trasportato dall’appartamento al luogo del ritrovo. L’ipotesi più plausibile che è una delle macchine delle figlie, descritta dai vicini come “molto grande”, sia stata utilizzata per trasportare la donna. Spesso, infatti, l’auto era parcheggiata proprio fuori la sua abitazione.
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Nulla esclude che tuttavia quella sera fosse in garage, ma questo è un elemento che dovranno appurare gli investigatori. Si apprende, inoltre, che nella strada adiacente la loro abitazione non vi fossero telecamere di sicurezza.
L’ipotesi meno plausibile, invece, è che siano passati proprio per la via adiacente. Tuttavia, sebbene non vi fossero telecamere, sono presenti numerose finestre nella vietta che conduce al parcheggio più vicino. Si potrebbe dunque escludere che il corpo sia stato trascinato in quanto troppo rischioso.