La raccolta firme per il Referendum Cannabis è andata a gonfie vele, con la soglia delle 500.000 firme raggiunta in pochi giorni.
La buona notizia è che il governo (con la sola astensione della Lega, ndr) ha deciso anche di posticipare di un mese la presentazione delle firme alla Corte di Cassazione – la precedente scadenza era al 30 settembre, ndr – per venire incontro alle richieste dei promotori, che lamentavano soprattutto l’inadempienza di molti comuni nella presentazione nei tempi previsti della certificazione delle firme raccolte online.
Nel frattempo c’è già chi ha deciso di fare campagna contro il Referendum Cannabis. Tra questi anche alcuni medici, come ad esempio il primario di Cardiologia al Gemelli di Roma, Antonio Rebuzzi.
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Secondo Rebuzzi, infatti, la Cannabis sarebbe un oppiaceo, pertanto creerebbe dipendenza: “Oggi ne prendi uno – afferma il primario – domani prendi tre, dopodomani cento”, afferma Rebuzzi, che mette in guardia anche sul possibile rischio di passaggio rapido dalla Cannabis alle droghe pesanti.
Il post di Civati è ironico: “La cannabis è un oppiaceo? Ok”
Un’affermazione che lascia senza parole, dato che la cannabis non è affatto un oppiaceo. Lo fa notare anche Pippo Civati, leader di Possibile, che dedica un post su Instagram a quanto detto da Antonio Rebuzzi.
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“La cannabis è un oppiaceo. Ok”, scrive sarcasticamente Civati, aggiungendo la foto dell’articolo di giornale in cui viene riportata l’affermazione di Rebuzzi.
Nel primo commento al post, l’autore Marco Vassalotti chiarisce alcuni aspetti del primario di Cardiologia del Gemelli: “Nei primi cinque post su Facebook del cardiologo un intervento contro Greta Thunberg e due condivisioni di una candidata di Fratelli d’Italia. Un esperto autonomo e fuori da ogni logica politica”.