La storia di Andrea Parinetti, docente di 61 anni Torinese, è arrivata in tutta la penisola: insegnante di latino e greco al liceo Carlo Botta di Ivrea, cittadina del Torinese, dal lontano 1996, il prof ha iniziato la transizione per diventare donna.
Quando la scuola è maestra di vita
Il cambio di sesso spesso vuol dire cambio di vita, ma i cambiamenti non sono stati così drastici per Andrea Parinetti, il prof, o meglio la prof di latino e greco che è rimasta con i suoi studenti: “Avevo pensato di affrontare il cambiamento andando in un’altra scuola in cui avrei potuto presentarmi subito come donna e di andare in una città più grande dove nessuno avrebbe fatto pettegolezzi. Invece ho deciso di restare e di dare una testimonianza di autenticità ai miei studenti. E sono contentissima di averlo fatto“.
Infatti a dispetto di ogni possibile paura, i suoi studenti hanno mostrato supporto e rispetto per il bisogno del proprio insegnante di esprimere ed esprimersi attraverso il suo vero genere sessuale: “La prima a saperlo, a luglio, è stata la dirigente scolastica: mi ha detto che mi avrebbe accolto in qualunque modo io avessi deciso di presentarmi ai ragazzi. Poi ci sono stati i colleghi: molti che avevano capito mi hanno chiesto perché ci ho messo tanto ad aprirmi. E poi lo hanno saputo gli studenti e le loro famiglie. Non mi aspettavo così tanti messaggi, anche di genitori ed ex allievi: quasi tutti hanno detto che ho avuto forza e coraggio, ma è stata piuttosto una mia necessità di vita. Tutti abbiamo diritto ad essere felici e volevo essere una testimonianza”.
Tanti cambiamenti…o forse no?
Pochi commenti negativi, spesso tramite social, dove l’anonimato protegge i codardi, ma la prof dichiara che gli scivolano via.
A inizio anno, Andrea aveva deciso di dichiarare a colleghi e studenti il percorso di transizione intrapreso un paio d’anni fa, quelle cure ormonali che presto lo porteranno a essere considerato donna anche di fronte alla legge.
Il nome sembra cadere a fagiolo: “Nel frattempo sui documenti sono ancora Andrea, che per mia fortuna è un nome ormai sdoganato anche al femminile”, racconta la docente transgender.
E a chi chiede il motivo di questa sua scelta, forse ritenendola troppo tardiva, la prof risponde con sincerità:
“Volevo vivere in modo più completo la mia professionalità negli ultimi anni di lavoro. Non rinnego il passato, ho un matrimonio alle spalle e due figli grandi. Il passato fa parte della mia storia personale, ma io volevo essere pienamente me stessa e l’ho fatto quando ho dato via tutti i vestiti da uomo, che usavo solo a scuola. E poi le cure ormonali avevano ormai cambiato il mio fisico e non aveva senso coprirlo“.
In fondo nulla sembra essere cambiato a scuola, dove le spiegazioni di latino e greco vengono effettuate con la stessa passione, solo con “una luce diversa negli occhi”.