Non è certamente un periodo esaltante per Baby Gang, rapper 19enne di Milano di origini marocchine (il suo vero nome è Zaccaria Mouhib).
Stando a quanto riportato da Trap Italy, pare che l’artista stia facendo grossa difficoltà a trovare dei locali disposti ad accogliere le sue esibizioni. Addirittura, a detta di Baby Gang sembra che i gestori dei locali e gli organizzatori delle serate ricevano intimidazioni da parte delle Questure per non far cantare in pubblico il rapper, in modo tale da evitare qualsiasi tipo di disordini o incidenti.
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Ma da cosa dipende tutto questo? Lo scorso 20 agosto, il Questore di Milano ha emesso alcuni provvedimenti nei confronti di un gruppo di sette giovani, tra cui proprio Baby Gang. Il gruppo, respinto all’ingresso di una famosa discoteca milanese, ha minacciato gli addetti alla sicurezza e ha cominciato a lanciare pietre contro l’ingresso, arrivando ad avere anche uno scontro fisico con alcune persone all’esterno del locale.
A quanto pare, Baby Gang sarebbe stato colpito anche da un secondo foglio di via (per tre anni, ndr), questo volta relativo alle cittadine balneari della provincia di Rimini. Il rapper avrebbe dovuto esibirsi al Byblos di Misano Adriatico, ma il concerto è stato annullato in seguito alla chiusura del locale per mancato rispetto delle norme Covid (assembramenti e niente mascherine).
“Vorrà dire che tornerò a rapinare i turisti in spiaggia”
“Ancora una volta, per cause che non dipendono da me il live è stato annullato – aveva scritto Baby Gang sui suoi canali social – Questo vuol dire che da oggi in poi tornerò a zanzare (in gergo rapinare) i turisti in spiaggia a Riccione perché altrimenti non vado avanti. Non sto scherzando”.
Il rapper era già stato arrestato nel 2018 dopo aver derubato un negozio del centro di Torino. All’epoca il giovane era minorenne, pertanto fu condotto in comunità.
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“Pensavano di cambiarmi, e non mi hanno cambiato, la galera non serve a nulla – ha raccontato l’artista a Noisey – Entri in galera per rapina, ed esci che sai pure truffare o spacciare. Lo stato ti mette insieme ad altri criminali, mica con brave persone che ti aiutano a cambiare”.