Il parlamento si è espresso: Green Pass obbligatorio per tutti i lavoratori pubblici e privati a partire dal 15 ottobre. Eppure c’è una voce stonata fuori dal coro: pare che gli stessi parlamentari, che hanno deciso per il paese intero, si collochino fuori dalla giurisdizione. Ma il popolo e il web insorgono, prendendosela con il capro espiatorio ‘sbagliato’.
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I legislatori sopra la legge
“Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”, così aveva intuito ed espresso George Orwell nel suo romanzo metaforico ‘La fattoria degli animali’, rappresentato la realtà dei rapporti umani nella sfera politica: anche davanti ad una qualche dichiarazione di uguaglianza formale, c’è qualche occorrenza pratica e fattuale che contraddice la norma.
Anche l’Italia non sfugge alla dura legge del confronto tra ideale e reale, così benché sia una democrazia moderna, i parlamentari possono sgattaiolare fuori dalla giurisdizione della legge, che loro propongono e votano.
Così dal 15 Ottobre il Green pass è obbligatorio per tutti, men che meno per i parlamentari che hanno deciso per questa disposizione.
L’eco social e sociale di una contraddizione che sa di privilegio
A dover spiegare suo malgrado il motivo del privilegio di cui godono i parlamentari, a utenti social che non hanno preso bene né la perentorietà del provvedimento, né l’esenzione speciale e specifica, suo malgrado il deputato del Pd Matteo Orfini che ha dovuto spiegare la situazione in un post Facebook.
La polemica è stata quindi ripresa durante l’ultima puntata di ‘Fuori dal coro’, con Orfini che ha spiegato nuovamente l’accaduto in un’intervista registrata, mentre in diretta Mario Giordano si mostrava come spesso accade abbastanza sopra le righe (si noti come il conduttore si morda la mano mentre il dem parla, in un impeto di banfiana memoria).
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Cosa cambia dal 15 ottobre
Il provvedimento che sarà valido dal 15 ottobre obbligherà 23 milioni di persone a mostrare il certificato verde, almeno fino al 31 dicembre.
L’Italia stavolta si mostra pioniera di un provvedimento che, a breve, sarà proprio di tutta l’Europa.
Che si tratti di un azienda pubblica o di un datore di lavoro privato, i lavoratori dovranno mostrare di non avere il covid, o tramite tampone, il cui prezzo sarà calmierato, o avvenuta guarigione, o vaccino.
In caso di rifiuto si rischia una multa fino a 1.500 euro.