E’ scomparso a 84 anni Tullio Pironti, che nella sua vita è passato da essere un buon pugile a diventare un apprezzatissimo editore.
Una passione, quella per l’editoria, che Tullio Pironti ha coltivato fin da giovane, nonostante da ragazzo si dedicò maggiormente al pugilato arrivando anche ad essere convocato nella Nazionale Italiana (la sua categoria erano i pesi welter, ndr).
LEGGI ANCHE => La storia di Marco Eletti, dai libri e L’Eredità all’infamante sospetto d’omicidio
Fu suo padre Antonio a passargli di mano la libreria di Piazza Dante, un’attività che avevano aperto i suoi antenati. In un primo momento Tullio Pironti pubblicò una raccolta di poesie napoletane a sfondo erotico, sotto falso nome; ma nel 1972, dopo la strage di atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco, il libro “La lunga notte dei Fedayn” del giornalista Domenico Carratelli lo consacrò definitivamente nel mondo dell’editoria.
Da quel momento in poi, Tullio Pironti pubblicò tanti libri di grande spessore, come ad esempio “Il camorrista” di Giuseppe Marrazzo, un volume sul boss Raffaele Cutolo. Molto gettonata anche la sua autobiografia, “Libri e cazzotti”, dove racconta le due grandi passioni della sua vita con la prefazione dell’amata (ricambiato) Fernanda Pivano.
Tullio Pironti lanciò anche il Premio Nobel egiziano Naghib Mahfuz
Lanciò anche grandi scrittori come Raymond Carver, Don DeLillo e l’egiziano Naghib Mahfuz, insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1988, a dimostrazione di quanto Tullio Pironti sapesse vederci lungo.
LEGGI ANCHE => Lutto nel mondo del giornalismo: ad 83 anni muore Gaia Servadio
Ebbero un certo successo anche i libri-reportage di David Yallop, John Cornwell, Philipp Willan, Leopold Ledl, Richard Hammer.
Nel corso della sua vita non sono mancati momenti difficili, principalmente qualche grana dal punto di vista giudiziario e forse qualche flop artistico non preventivato. Ma di certo Tullio Pironti è stato un simbolo dell’editoria italiana.