Ogni anno nelle Isole Faroe danesi si ripete, indisturbata e sotto gli occhi di tutti, la stessa orribile ed incredibile mattanza e questa volta perfino senza precedenti nella sua storia. Nella notte di domenica 12 settembre, infatti, un super branco di 1428 delfini atlantici, dalle striature bianche ai lati del corpo, è stato condotto per molte ore e per circa 45 km da motoscafi e moto d’acqua nelle acque poco profonde della spiaggia di Skálabotnur, dove ogni singolo mammifero marino è stato poi brutalmente ucciso, mischiandosi al sangue vermiglio delle balene in quella che viene tradizionalmente riconosciuta come Grindadrap, ovvero la caccia spietata di balene e delfini.
La Grindadrap consiste nel trascinare i cetacei a riva per poi macellarli con arpioni, coltelli e in qualche caso anche trapani. Ogni anno, come riportato dalla Bbc, vengono sgozzate circa seicento balene e massimo trentacinque/quaranta delfini. Il massacro di domenica ha riportato però un nuovo triste record, contro cui si è prontamente scagliata Sea Shepherd, organizzazione senza scopo di lucro che si occupa della salvaguardia della fauna ittica e degli ambienti marini dalla fine degli anni Settanta. Ed il loro l’impegno nelle Isole Faroe non si ferma; ogni anno, infatti, incontra sempre più abitanti contrari al Grind, ma che non sono in grado di parlare pubblicamente per paura di rappresaglie.
Nel loro comunicato, la Sea Shepherd ha ritenuto quest’ultima mattanza la più grande caccia di delfini o globicefali nella storia delle Isole Faroe (fino a domenica la più grande era stata di 1200 globicefali nel 1940), ed è forse anche la più grande caccia di cetacei mai registrata in tutto il mondo. Il massacro di delfini è stato così brutale e mal gestito che non sorprende che la caccia sia stata criticata dai media delle Isole Faroe e persino da molti sostenitori e politici del posto.
La rabbia degli abitanti faroesi
Per gli abitanti del luogo che hanno condiviso video e foto con la Sea Shepherd, questa caccia ha infranto diverse leggi faroesi alla base del Grind, creando un pericoloso precedente. Per prima cosa, il caposquadra del Grind per il distretto non è mai stato informato e quindi non ha mai autorizzato la caccia. Invece, è stato il caposquadra di un altro distretto a chiamare il Grind senza averne però l’autorità per farlo.
Molti partecipanti alla caccia, inoltre, non avevano la licenza, richiesta nelle Isole Faroe, che comporta un addestramento specifico su come uccidere rapidamente globicefali e delfini: il filmato mostra molti dei delfini ancora vivi muoversi, anche dopo essere stati gettati a terra con il resto del branco morto. Le foto mostrano anche numerosi delfini investiti da motoscafi e feriti dalle eliche che avrebbero provocato una morte lenta e dolorosa. Secondo la gente, la caccia è stata denunciata alla polizia faroese per queste violazioni e per l’orrore che ha suscitato in tutta la comunità: un ignobile spettacolo di sangue e corpi lacerati.
Normalmente la carne del Grindadrap viene condivisa tra i partecipanti e l’eventuale eccedenza tra i locali del distretto in cui si svolge la caccia. Tuttavia, la carne di delfino quest’anno è così tanta da essere stata offerta ad altri distretti nella speranza che questa non sprecata, ma la preoccupazione che possa avvenire resta alta, fomentando la rabbia della comunità locale.
Il quotidiano danese Ekstra Bladet ha pubblicato alcune interviste con la gente del posto, i cui nomi completi sono stati tuttavia oscurati per la sicurezza delle loro famiglie, spiegando come molti faroesi siano furiosi per quello che è successo. “La mia ipotesi è che la maggior parte dei delfini verrà gettata nella spazzatura o in un buco nel terreno”, ha detto uno. “Dovremmo avere delle quote per distretto e non dovremmo uccidere i delfini”, ha ribadito un altro. Un abitante delle Isole Faroe ha chiesto invece al primo ministro danese Mette Frederiksen di indagare sulla questione: “Se esprimerà le sue critiche, sarà anche più semplice per i locali che vogliono che questa tradizione barbara venga interrotta”. Altri esprimono preoccupazione per il fatto che la stampa internazionale abbia mostrato i delfini macellati, mettendo così a rischio le loro esportazioni di salmone nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Russia.
Anche la stampa locale faroese, di solito riluttante a pubblicare qualsiasi cosa contro la caccia, cita Hans Jacob Hermansen, ex presidente del Grind, sostenendo come l’uccisione non fosse necessaria. Questa caccia crudele e non necessaria è stata effettuata verso la fine dell’estate, quando i faroesi avevano già ucciso 615 globicefali, portando il numero totale di cetacei uccisi nel 2021 nelle Isole Faroe a un impressionante 2043.
“Considerando i tempi in cui ci troviamo, con una pandemia globale e il mondo che si ferma, è assolutamente spaventoso vedere un attacco alla natura di questa portata nelle Isole Faroe”, ha affermato il Capitano Alex Cornelissen, CEO di Sea Shepherd Global. “Se abbiamo imparato qualcosa da questa pandemia è che dobbiamo vivere in armonia con la natura invece di spazzarla via”.