Avevamo chiuso l’anno scolastico nel mese di giugno con la drammatica notizia di un ragazzo morto suicida in DAD.
In quel caso, si faceva riferimento al sito Internet ‘Sanctioned Suicide’. In questo caso, il dramma è troppo fresco per andare alla radice del gesto – fatto sta che tre ragazzi hanno tentato il suicidio a poche ore di distanza, riuscendoci in due casi.
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Il tutto è avvenuto in Lombardia dove tre ragazzi tra i 12 e 15 anni si sono gettati dal balcone prima di cominciare la scuola.
La prima tragedia è avvenuta a Bollate dove una ragazza di 15 anni si è gettata dal settimo piano del palazzo dove abitava poco dopo le 7 del mattino. Per la ragazza non c’è stato niente da fare, nonostante l’arrivo dei soccorsi.
A Cenisio, una ragazza di 12 anni, ha tentato il folle gesto gettandosi dal balcone del quarto piano, ora si trova in condizioni disperate all’ospedale Niguarda, al momento non ha ripreso conoscenza. Per i genitori non ci sarebbero state avvisaglie della volontà di porre fine alla propria vita da parte della ragazzina.
A Milano invece un ragazzo di 15 anni di origini cinesi è morto dopo essersi buttato dal dodicesimo piano del palazzo dove abitava. Il ragazzo è morto sul colpo e gli inquirenti stanno cercando delle tracce per individuare le ragioni del gesto.
I tre casi non sembrano collegati tra di loro, anche se la modalità del gesto è pressoché identica. Sembrerebbero quindi solo coincidenze, ma si pensa che dietro a questi gesti ci possa essere un’istigazione al suicidio.
Il suicidio è la seconda causa di morte nei ragazzi tra i 15 e i 29 anni
Nel mese di gennaio sono stati condotti degli studi Istat in merito al suicidio di ragazzi in una fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Secondo gli studi il suicidio sarebbe la seconda causa di morte in questa fascia.
Nel nostro Paese su 4000 suicidi l’anno che avvengono, il 5% è compiuto da ragazzi sotto i 24 anni. Sicuramente le circostanze pandemiche hanno portato ad un incremento del fenomeno (oltre ad un incremento delle oggettive difficoltà psichiche).
Secondo lo psichiatra Stefano Vicari i dati sono allarmanti: se nel 2011 ci sono stati 12 ricoveri per attività autolesionistica, sia suicidaria sia non, nel 2020 i ricoveri sono stati oltre 300.
Inoltre il fatto che i ragazzi siano sempre più costretti a passare del tempo in casa attaccati ai pc e ai dispositivi elettronici favorisce l’incremento di forme più o meno acute di depressione.