I talebani hanno ucciso un soldato afghano e subito dopo hanno diffuso un video di trenta secondi in cui uno di loro regge in mano la sua testa mozzata cantando inni di gioia celebrando l’uccisione.
Il filmato è stato diffuso su una chat frequentata da jihadisti e la notizia è stata diramata dai tabloid britannici.
Il terribile video dei talebani
Nel video – che evitiamo di proporvi – è possibile vedere sei uomini che reggono in mano delle mitragliatrici, mentre un altro mostra dei coltelli sporchi di sangue. Il gruppo di esaltati sta festeggiando la morte di un uomo, probabilmente un soldato afghano visto che la sua uniforme è di colore verde scuro, simile a quella fornita dall’esercito americano.
Il video è venuto fuori sabato, proprio dopo le parole di un talebano che ha affermato che il governo stava procedendo a instaurare il welfare, che la presa di potere da partedei talebani è di un’operazione non violenta e che tutte le donne avranno i diritti fondamentali. Parole che cozzano con le immagini diramate.
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L’uomo con i coltelli insanguinati nel video li mostra e li sventola in aria, cantando in onore dei Mujaheddin (i musulmani che credono di combattere per la fede, a nome di tutta la comunità islamica). Prima di invocare assieme ai sodali il nome del mullà Hibatullah Akhundzada (guida suprema dei talebani dal 25 maggio 2016 ed emiro dell’Afghanistan dal 7 settembre 2021).
Le parole del leader dei talebani
Queste immagini giungono mentre Suhail Shaheen, portavoce dei talebani in Qatar, ha rilasciato un’intervista per la BBC: “Noi siamo il popolo dell’Afghanistan”, ha affermato. “Molti di noi hanno fatto la jihad contro l’Unione Sovietica e poi contro i venti anni di occupazione da parte delle forze statunitensi. Ora vorremmo creare uno stato per il nostro popolo, creare lavoro e migliorare la vita di tutti”.
“In passato abbiamo avuto una guerra civile, ma adesso siamo concentrati sulle attività economiche”, ha detto. “La violenza non fa parte della nostra politica ufficiale. Senza la libertà di parola andiamo verso una dittatura che è contro le regole dell’Islam”.