Dopo il sì nella commissione Giustizia e una maggioranza che sul punto sembra spaccarsi, ecco cosa prevede il disegno di legge sulla depenalizzazione della cannabis
Nella giornata di ieri la Camera ha adottato il testo base per la depenalizzazione della cannabis per uso personale.
Un enorme passo avanti in materia, soprattutto dopo l’approvazione del testo della nuova legislazione all’interno della commissione Giustizia alla Camera.
L’obiettivo è quello di modificare il testo unico sugli stupefacenti in vigore dal 1990, andando di fatto ad autorizzare, con indicazioni di base, la coltivazione home made, dunque casalinga, e di inasprire le pene previste per il traffico, soprattutto quello in grandi quantità.
L’iter per l’approvazione è ancora molto lungo, e prima di approdare in aula essa dovrà passare al vaglio del voto sugli emendamenti, i quali dovranno essere prima proposti e poi votati all’interno della commissione.
Vediamo nel dettaglio il contenuto del testo base e le polemiche nate all’interno della maggioranza.
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Cosa prevede il testo base sulla depenalizzazione della cannabis
Come si anticipava il testo base si pone come finalità quella di depenalizzare la coltivazione di cannabis per uso strettamente personale, da attuarsi in casa e fino ad un massimo di 4 piante.
Dall’altro lato è previsto un inasprimento delle pene per reato di traffico, detenzione e spaccio di grandi quantità.
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Una “sintesi ragionevole”, come l’ha definita il relatore e presidente della commissione Mario Pierantoni (quota M5S), a cui i gruppi parlamentari sono approdati dopo un anno di dibattito
Nello specifico ecco come si articola il testo base:
Articolo 1
In questo articolo si concede “a persone maggiorenni la coltivazione e la detenzione per uso personale di non oltre quattro femmine di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente e del prodotto da esse ottenuto”.
Articolo 2
Il secondo articolo è dedicato alle pene.
Nello specifico vengono aumentate quelle relative al traffico, alla detenzione e allo spaccio di grosse quantità di cannabis, prevedendo una pena di reclusione “da 8 a 20 anni” e una sanzione pecuniaria “da 30 a 300mila euro”, a differenze delle pene attuali che prevedono rispettivamente una condanna a reclusione che va dai 3 ai 12 anni e multe che possono variare dai 20 ai 250mila euro.
Articolo 3
Nel terzo articolo del testo base, invece, è prevista una diminuzione delle pene per i reati inerenti la cessione o il possesso di piccole quantità di cannabis (testualmente si fa riferimento a quantità di “lieve entità”) per le quali è prevista fino a un anno di reclusione per i reati inerenti il possesso di cannabis e fino a due per le altre sostanze.
In questo articolo viene inoltre introdotta una misura inerente i “lavori di pubblica utilità” come misure alternative a quella della detenzione, opzionabile per un massimo di due volte a seguito delle quali scatterebbe, ad ogni modo, la misura detentiva.
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La reazione della maggioranza al testo sulla depenalizzazione della cannabis
Il testo, presentato da Riccardo Magi di +Europa e in seguito da Caterina Licatini, M5S, pur essendo passato ha, inevitabilmente, spaccato la maggioranza.
Lega, FdI, Coraggio Italia e Forza Italia (tranne l’on. Elio Vito che ha votato a favore) ha votato contraria.
Favorevole, invece, il voto di tutte le altre forze della maggioranza: PD, M5S, Leu.
E se il deputato PD Zan parla di un ritardo clamoroso sulla legislazione in materia (soprattutto per l’aspetto medico), Maurizio Gasparri si oppone in modo veemente, dicendosi scandalizzato da qualsiasi normativa che favorisca la circolazione “di droghe”.
Dalla commissione Anti Mafia, invece, arriva il parere del pentastellato Davide Aiello:
“Nelle audizioni che sono state svolte, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho ha evidenziato come la coltivazione a uso personale per i consumatori di droghe leggere, ridurrebbe la necessità di rivolgersi al mercato illegale e quindi sarebbe un duro colpo per le mafie”.
E numeri alla mano, come dargli torto.