La leggenda del cinema francese si è spenta all’età di 88 anni. Da icona della Nouvelle Vague fino ai film d’azione, vita e carriera di uno degli attori francesi più amati di sempre
Si è spento all’età di 88 anni Jean-Paul Belmondo, icona del cinema francese.
L’attore, nato nel 1933, è deceduto nella sua casa a Parigi, come ufficializzato dal suo avvocato Michel Godest alla France Presse.
“Era molto affaticato da qualche tempo. Si è spento serenamente”, ha dichiarato il legale.
Una vita per il cinema: la lunga carriera di Belmondo
Belmondo è stata una vera e propria icona del cinema francese, con 80 film all’attivo fra cui indimenticabili pellicole che hanno scritto la storia non solo del cinema francese ma di quello mondiale.
Nato a Neuilly-sur-Seine il 9 aprile del 1933, Belmondo iniziò i suoi studi nel Conservatorio, fino ad approdare nel mondo del cinema nel quale debuttò all’età di 23 anni.
La svolta nel cinema arriva all’incirca negli anni Sessanta con il cineasta Jean-Luc Godard, che gli offrì 50mila franchi per girare un cortometraggio nella sua stanza intitolato Charlotte et son Jules.
Dopo questo ruolo arriverà da parte di Godard la proposta di recitare nel suo primo lungometraggio, Fino all’ultimo respiro, rispetto al quale Belmondo ebbe non poche riserve convinto che non sarebbe uscito nelle sale per aver violato ogni regola possibile che vigeva ai tempi sui set.
La storia ci insegna che non fu così e che, anzi, Fino all’ultimo respiro divenne il manifesto per eccellenza di quel meraviglioso movimento cinematografico.
Il rapporto di Jean-Paul Belmondo con l’Italia
Di origini parzialmente italiane (la nonna, infatti, era siciliana) Belmondo ebbe un lungo e prolifico rapporto con il Bel Paese.
Nei primi anni Settanta, infatti, si trovò spessissimo in Italia per girare molti film, interpretando, fra i vari, il ruolo di Michele ne La ciociaria di Vittorio De Sica, quello di Amerigo ne La viaccia di Luigi Bolognini e quello del Livornese in Mare Matto di Renato Castellani.
L’altissimo numero di pellicole in cui ha partecipato lo resero paladino e idolo di generi cinematografici radicalmente antitetici fra essi, dal cinema d’essai a quello comico popolare.
Fra le pellicole più note ricordiamo le collaborazioni con registi d’autore quali Godard (La donna è donna) e François Truffaut (La mia droga si chiama Julie), fino a Borsalino di Jacques Deray.
Indimenticabile la sua performance in ‘Le Guignolo’ (Il piccione di Piazza San Marco) di Georges Lautner, nella quale sorvolò in elicottero i cieli di Venezia.