A soli 39 anni è scomparsa, a causa di un cancro terminale al seno, Sarah Harding, cantante del gruppo Girls Aloud. La perdita, sebbene annunciata e aspettata, lascia rattristati fan, famigliari e gli altri membri della band.
L’annuncio della scomparsa
Erano le festività di natale 2020, quando Sarah Harding aveva rivelato agli affetti più stretti che probabilmente quello sarebbe stato il suo ultimo natale. Lo scorso settembre infatti le era stato diagnosticato un cancro al seno, in fase terminale, e la prognosi non era stata tra le più rosee.
Nel suo libro ‘Hear Me Out‘, Sarah ha scritto: “A dicembre il mio medico mi ha detto che il prossimo Natale sarebbe stato probabilmente il mio ultimo. Sono in una fase in cui non so quanti mesi mi restano“.
Oggi la mamma, con un post instagram, pubblicato sulla pagina della figlia, da ai fan il triste annuncio della sua scomparsa.
Ha scritto: “È con profondo dolore che oggi condivido la notizia che la mia bellissima figlia Sarah è tristemente morta. Molti di voi sapranno della battaglia di Sarah contro il cancro e che ha combattuto così duramente dalla diagnosi fino al suo ultimo giorno.
Le cure e l’ultimo desiderio
La mamma insiste su quanto la battaglia della figlia sia stata coraggiosa. Infatti pur di debellare il male, la giovane si era sottoposta a un estenuante trattamento per sconfiggere il cancro, tra cui una mastectomia e una chemioterapia intensiva sin dalla prima diagnosi nell’estate del 2020.
Ma da poco tempo, le condizioni della giovane si erano aggravate e le metastasi si erano diffuse per tutta la spina dorsale.
L’ipotesi più probabile era un principio di tumore al cervello, per cui la giovane si sarebbe dovuta sottoporre a un ciclo di radioterapia, opzione che ha sempre rifiutato.
Dopo aver perso il seno e non essere in grado fisicamente di reggere un intervento di mastoplastica additiva, Sarah voleva almeno conservare la sua folta chioma bionda per “potersi guardare allo specchio”.
Infatti il suo ultimo desiderio, confessato alla madre che l’ha poi condiviso è stato: “voglio essere ricordata per com’ero e non per la malattia”.
Per questo, la maniera migliore per omaggiarla è ricordarci del suo talento.