Il famoso forum Reddit, più simile ad un social network però, offre sempre spunti di riflessione davvero interessanti, come l’aspettativa di vita in Europa in uno studio condotto nel “lontano” 2015. Certo, sei anni fa nessuno avrebbe mai pensato ad una pandemia, quindi i parametri usati per costruire questa mappa certamente contavano anche su un sistema sanitario efficiente nei paesi più sviluppati del vecchio continente, eppure, anche i governi più solidi ed efficienti hanno dovuto fare i conti, da quasi due anni, con una realtà che ha messo a dura prova tutto il loro assetto socio-sanitario, come mai in precedenza.
Tuttavia, la legenda non presenta altro che una mappa cromatica coi relativi numeri, ma c’è da dire che alcuni paesi attirano subito l’attenzione, a cominciare proprio dall’Italia. In un range che spazia da un massimo di 83 anni e più ad un minino di 65, l’Italia si tinge, per questa volta, di verde bosco, avendo come aspettativa di vita, su entrambi i sessi, una media di circa 82,7 anni; insomma, si è molto vicini al massimo. Questo dato stupisce, e consola, positivamente perché le favorevoli condizioni climatiche dello stivale ed un’ottima dieta, com’è quella mediterranea, agevolano la vita degli italiani, nonostante i problemi non manchino.
Ma anche la prosperità ed il benessere di una nazione, così come la stabilità di governo, e con questo si fa riferimento più alla sua forma che non alla durata, sono quelle qualità in più che diventano, però, colonne portanti di una buona aspettativa di vita; e qui l’Europa si spacca in due. Più ad est si va, infatti, più il rigoglioso verde delle nazioni più “ricche”, come l’Italia, la Germania, la Spagna, la Svizzera e la Francia, appassisce, lasciando spazio, piuttosto, al giallo, all’arancione ed al rosso, colori caldi, sì, ma che, come l’autunno, annunciano l’appassire della natura stessa.
Il paese più longevo in Europa
Tornando ai dati però, il paese con l’aspettativa di vita migliore è, e forse è anche scontato come primato, la Svizzera con una media di 83,4 anni. È uno dei migliori paradisi fiscali al mondo e rappresenta senza alcun dubbio il ritratto del benessere. Neutra, da sempre, tranquilla tra i suoi cantoni, offre ai suoi abitanti il terzo reddito pro capite più alto al mondo, solo dopo Lussemburgo e Liechtenstein, e se la prima registra 82 anni circa, la seconda sulla cartina nemmeno compare, ma sicuramente non se la passa male accanto all’Austria, la cui aspettativa è di 81,5 anni.
Al secondo posto, invece, troviamo la Spagna con i suoi 82,8 anni; si piazza poco sopra l’Italia e l’Islanda (stessa aspettativa di vita italiana). Ed il clima, così come la dieta, non può che essere profondamente diverso, così come lo stile di vita condotto. L’impronta religiosa, in questo caso, fa la differenza: di tradizione cattolica Spagna ed Italia, di stampo calvinista, o comunque protestante, la Svizzera e l’Islanda, proprio come tutto il nord Europa. Eppure sono in cima, a dimostrazione del fatto che tutte, chi in un modo chi un altro, hanno garantito alla propria popolazione un’ottima aspettativa di vita.
Ovviamente, l’aspettativa non corrisponde poi all’effettiva condizione di vita, le disuguaglianze, la disoccupazione, l’isolamento sociale e i disturbi psicologi esistono e, soprattutto quest’ultimi, condizionano molto i paesi più felici e benestanti al mondo. La Finlandia e la Danimarca, infatti, nonostante le loro percentuali siano all’incirca tra 82/80 anni, registrano tra i giovani un altissimo numero di suicidi, divenendo addirittura la terza causa di morte a Helsinki. Il perfezionismo a tutti i costi, l’abnegazione verso il proprio lavoro o la più semplice ricerca delle felicità, gravano sui paesi scandinavi, ricchi sì, ma non per questo capaci di offrire sempre il meglio.
Problemi ad Est
Tutt’altro discorso è, invece, da riservare ai paesi dell’Est Europa, tutti provenienti dall’ex blocco sovietico, o jugoslavo, e per questo ancora nazioni da ricostruire dopo la caduta del comunismo e i conseguenti movimenti di liberazione nazionale che hanno insanguinato, per tutti gli anni Novanta, la costa balcanica. Che la guerra non faccia bene è scontato, se poi distrugge così tanto e per un tempo così prolungato, è difficile poi ricostruire e mantenere un equilibrio, anche precario. Insomma, avere tra i cinque se non addirittura dieci anni in meno da vivere, si deve soprattutto al passato fatto da uomini che non hanno avuto il ben che minimo rispetto per il futuro del proprio popolo.
Così la Croazia, la Polonia, l’Ungheria, l’Estonia, la Romania presentano, tra il verde sbiadito ed il giallo, valori inferiori agli 80 anni e in una società come la nostra, in cui l’aspettativa di vita sta subendo una notevole accelerata, ritrovarsi a dover vivere all’incirca “solo” 70 anni, comincia a suonare davvero strano. Non si è più nel Medioevo, in cui arrivare alla soglia 40 anni significava aver vissuto una vita lunga e piena, e sicuramente benedetta per la sua longevità, ora si pretende di più. Molto di più.