“È stato il più grande autore di musica mediterranea del Novecento: dico mediterranea per intendere tutta la tradizione dei Paesi che si affacciano su quel mare, compreso il nostro. Le sue note erano e sono l’essenza di quello spirito, di quell’anima”.
Sono parole tanto lusinghiere quanto nette, quelle di Iva Zanicchi, l’Aquila di Ligonchio che ha manifestato tutto il proprio dolore per la scomparsa del grande Mikis Theodorakis, morto ieri ad Atene a 95 anni.
Anche perché la Zanicchi ha avuto modo di collaborare con Theodorakis per l’album ‘Caro Theodorakis… Iva’, quinto album della cantante emiliana con ‘Un Fiume Amaro’ che – ricorda a Leggo, da cui sono tratti i virgolettati di questo articolo – “rimane il mio più grande successo di vendite, il singolo raggiunse un milione di copie nel 1970”.
“Ero affascinata dalle sue canzoni, lui era stato in carcere per lungo tempo ad Atene, torturato, spedito in un campo di lavoro per prigionieri politici e poi in esilio durante il regime dei colonnelli di cui era un fiero oppositore. C’erano stati anche dei contatti epistolari, mai però avrei pensato di conoscerlo di persona e di fargli ascoltare in anteprima i suoi brani cantati in italiano”, ha raccontato la Zanicchi – parlando del loro rapporto.
Un rapporto cui è legato però un grande rimpianto:
“Il mio rimpianto più grande è quello di non aver potuto fare una tournée con lui, me lo aveva chiesto ma avevo già altri impegni. Però mi volle ad Atene, in un concerto a lui dedicato, a fine dittatura. Cantai tre suoi brani in un palasport gremito dove l’emozione per un dolore che ancora bruciava e per la libertà riconquistata era più che palpabile, fendeva l’aria, squarciava i cuori. Poi ci siamo sentiti più volte tranne che negli ultimi anni”.
Ma come ricorda la Zanicchi l’artista greco (considerato – come già scritto – “il più grande autore di musica mediterranea”):
“Un uomo straordinario, di tenace senso della giustizia, un combattente vero. Ma soprattutto un musicista eccelso, un grande direttore d’orchestra qualità, questa, che, rispetto alla composizione, è rimasta magari in ombra. Ma basta leggere un suo spartito, ascoltare una sua esecuzione per capire quanto la sua musica fosse alta e le sue note ti sgorgassero con naturalezza dalla gola per farsi cantare”.
Ieri su Instagram la Zanicchi ha ricordato ulteriormente l’autore greco, con parole altrettanto entusaste: