L’Onorevole ed ex sindacalista si è lasciato andare a ‘Stasera Italia’ ad alcune considerazioni molto forti, suscitando l’ira del web e l’imbarazzo della conduttrice durante la diretta
Che la tensione sul vaccino anti-Covid potesse tagliarsi con un coltello era, di fatto, oramai chiaro, e le dichiarazioni di Giuliano Cazzola non fanno altro che confermarlo.
Se da un lato, infatti, un piccolo, ma non troppo, esercito di No Vax, No Mask e No Green Pass sta organizzando una serie di insurrezioni contro giornalisti, attività nel campo della ristorazione e chiunque possa essere identificato come nemico, dall’altro lato i pro vax sembrano non avere intenzioni per così dire “pacifiche”.
A spararla grossa in questo caso è l’onorevole Giuliano Cazzola, giornalista, imprenditore ed ex sindacalista, che attualmente afferisce al gruppo misto parteggiando per +Europa.
A destare lo sconcerto di tutti, oltre alle dichiarazioni in sé, il passato da sindacalista di Cazzola, che dalla difesa dei lavoratori è “switchato” con facilità all’inneggiare al generale che, più di tutti, viene ricordato nella storia per aver commesso una strage ai danni della popolazione, la stessa che segnerà un punto di non ritorno per il trono di Umberto I.
Nel corso dell’ultima puntata della trasmissione ‘Stasera Italia’, in onda su Rete4 durante il weekend e condotta da Veronica Gentili, affrontando il tema dell’obbligo vaccinale per usufruire dei trasporti è intervenuto Giuliano Cazzola, come si diceva attualmente afferente a +Europa.
L’ex sindacalista, appellandosi alla ministra degli Interni Lamorgese, ha dichiarato: “Richiami in servizio Bava Beccaris che sa come trattare questa gente. Questi terroristi”, ha esclamato, per poi aggiungere in modo concitato: “Richiamiamo in servizio Bava Beccaris, il feroce monarchico Bava con il piombo gli affamati sfamò”, parafrasando una canzone di De Gregori ripresa da una cantata anonima del 1898.
Il riferimento storico, invece, è a Fiorenzo Bava Beccaris, generale italiano divenuto famoso per aver represso brutalmente e nel sangue i Moti di Milano del 1898 ordinando di sparare sulla folla inerme che protestava per la fame.
I morti furono 83 e i feriti numerosi.
Un bagno di sangue, quello di Milano, che esacerbò ulteriormente la disperazione della popolazione, portando di fatto nel 1900 al regicidio di Umberto I per mano dell’anarchico Gaetano Bresci il quale confessò di voler vendicare i morti di Milano.
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