L’Università di Shangai (SHU) sta compilando una lista di tutti gli studenti LGBT+ iscritti, chiedendo agli studenti stessi di riportare tutti i casi di persone non eterosessuali. Una strana pratica che lancia un allarme sulla situazione dell’omofobia in Cina, qualche settimana dopo il ban di WeChat agli utenti omosessuali.
Una lista per “monitorare” gli omosessuali
È stato un utente su Weibo a rendere pubblica l’esistenza di questa lista, esponendosi sul web e dichiarandola “orrenda”: “Sembra che l’Università di Shangai non è la sola università che chiede apertamente dei ‘report’ sui propri studenti LGBT e ne tenga traccia“, ha scritto. “Che l’intenzione dell’università sia buona o no, questa rimane comunque una pratica orrenda”.
Ha poi aggiunto uno screenshot di una foto al documento citato, dove si chiede apertamente di “riportare” tutti i casi di persone non binary o non eterosessuali che frequentano l’università, al fine di “monitorarle”. Dopo il documento fa riferimento ai disturbi mentali.
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L’omofobia dilaga in Cina
La notizia dell’esistenza di questa lista si è presto diffusa su molti social network causando l’indignazione di tantissimi utenti. Ancora l’Università di Shangai non ha confermato l’autenticità del documento, mentre la censura ai danni degli omosessuali dilaga in Cina anche sui social network.
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L’omosessualità è stata decriminalizzata già nel 1997, ma ufficiosamente pratiche censorie permangono. WeChat – il corrispettivo cinese di WhatsApp – è stata ad esempio accusato di aver rimosso gli account di alcuni utenti solo perché appartenenti al movimento LGBT o semplicemente perché non etero. L’anno scorso il gay pride di Shangai è stato cancellato senza preavviso e senza motivazioni.
La CNN ha reso noto che questo potrebbe essere successo dopo alcune pressioni ricevute dalle autorità locali.