Kabul in mano ai talebani.
Il mondo guarda con il fiato sospeso la vittoria del fanatismo religioso sulla ‘democrazia’, seppur con i limiti con cui il governo afghano poteva dirsi democrazia. Tutto il mondo, tranne una persona che dei talebani ride (ha riso fino all’ultimo): il comico Nazar Mohammed, in arte Khasha Zwan.
LEGGI ANCHE => Comico continua a burlarsi dei talebani mentre lo conducono al patibolo – VIDEO
L’arte di ridere
Proprio perché siamo grati al mondo orientale che nel XII secolo avanti cristo, quando imperversava l’oscurantismo, il fanatismo?, religioso cristiano, ha custodito e tradotto i testi aristotelici, e non solo, oggi è giusto ricambiare il favore e citare contro l’estremismo religioso dei talebani, un citazione del filosofo greco. Diceva Aristotele nella ‘Poetica’ che l’uomo è l’unico animale capace di ridere perché razionale.
Se quanto detto da Aristotele è vero Nazar Mohammed, in arte Khasha Zwan, è morto nel modo ‘più umano possibile’, ridendo, quindi esprimendo una capacità propria della ‘razionalità umana’ davanti chi quella la nega per un’ideologia irrazionale.
Nazar Mohammad Khasha: comico o poliziotto?
Tra notizie di attentati, di evacuazioni, di corridoi umanitari, di crisi diplomatiche, scrivere di un comico giustiziato può sembrare irrilevante, forse superfluo, eppure è una scelta che si compie, forse una risposta netta e contraria a quello che i talebani vorrebbero imporre, un mondo senza arte, senza musica, senza risate.
Nazar Mohammad Khasha forse non era nemmeno un comico, semplicemente un uomo di spirito. Come riporta il Washington Post – di cui in seguito citiamo alcuni passaggi, Khasha potrebbe essere stato un membro della polizia afghana catturato e giustiziato, indipendentemente, dal suo salace umorismo, che gli è valso però la ‘punizione’ degli schiaffi’.
LEGGI ANCHE => Afghanistan, attentato kamikaze all’aeroporto di Kabul: almeno 11 le vittime
L’esecuzione dell’uomo però è stata condannata così aspramente, che gli stessi talebani, che provano a rappresentarsi come ‘tolleranti’, benché abbiano reclamato la responsabilità dell’omicidio, hanno annunciato investigazioni sull’esecuzione sommaria, perché Khasha doveva morire, ma dopo una condanna legale, quindi legittima.
D’altra parte – e questa di seguito è pressoché la citazione del WP: “Khasha era una figura oscura all’interno di Kandahar prima della sua morte e il suo rapporto con la comunità come poliziotto non è chiaro.
Un ex soldato dell’esercito afghano che ha prestato servizio a Kandahar ha detto che Khasha era un comandante di un’unità di polizia locale, una polizia che spesso è stata accusata di soprusi e corruzione“, accuse rivolte anche al nostro ‘comico’.
Secondo il portavoce dei talebani Zabiullah Mujahid, l’uomo avrebbe commesso violenze sui civili, per il resto del mondo l’uccisione di Khasha è una violenza contro i civili.
Per il secondo vicepresidente afghano Sarwar Danish è stato “uno schiaffo in faccia a tutto il popolo afghano e un insulto all’umanità e alla dignità umana, una violazione di giustizia, conoscenza e arte”, perché ridere è ciò che ci separa dalle bestie e i talebani non ridono.