Le grandi catene di ristorazione internazionali, da McDonald’s a KFC, si trovano a fare i conti con gli effetti pratici della Brexit. Tra mancati approvvigionamenti e problemi di impiego nel settore dei trasporti, i clienti potrebbe dover dire presto addio a prodotti iconici come il ‘milkshake’ e le alette di pollo del KFC o di Nando’s.
Di come l’immigrazione porta guadagno…
Cosa succede quando in un contesto strettamente interconnesso, realmente e virtualmente, in un mondo sempre più globalizzato, una nazione manifesta velleità autarchiche? Che l’anacronismo di tale ispirazione genererà vecchi problemi, diventati ormai così desueti da prendere tutti alla sprovvista ed apparire come ‘nuovi’.
Da quando l’Inghilterra ha reso effettivo il suo divorzio dall’UE, molte sono le modifiche accorse nella vita di tutti i giorni dei cittadini inglesi e degli abitanti dell UK e molte sono le modifiche che verranno.
Tra i cambiamenti più ‘stranianti’, fosse anche perché nessun cittadino dei paesi che fanno parte dei paesi ‘benestanti’ oggigiorno si sognerebbe mai di pensare alla possibilità di una crisi nel sistema dei fast food, c’è senza dubbio l’annuncio del McDonald’s relativo ai ‘milkshake’.
In una nota ufficiale il colosso americano ha annunciato di aver finito la scorta di frullati, oltre ad altre bevande in bottiglia, nei 1250 punti vendita inglesi e che l’amministrazione si è messa subito in modo per ovviare al problema.
Ma qual è il problema? È che mancano gli autotrasportatori in UK! Infatti buona parte della categoria era rappresentata da lavoratori immigrati che hanno preferito abbandonare la Gran Bretagna dopo la brexit, per le condizioni sfavorevoli e la diminuzione di diritti per stranieri che quella avrebbe comportato.
Ad ammetterlo lo stesso McDonalds, che può essere pure Brand leader della ristorazione, che può avere fatturati di miliardi di dollari, ma che si sostiene sul lavoro di camionisti immigrati…
Non solo Milkshake
La brexit però colpisce tutti e indistintamente. Se i magazzini di McDonald’s sono a corto di latte, le cucine del KFC e dello storico rivale Nando’s sono allarmate per la carenza di pollame, che li costringerebbe a ridimensionare l’offerta del menù.
E se Nando’s ha chiuso 50 dei sui 450 dei punti vendita, la catena americana ha dovuto sventolare bandiera bianca e privare i suoi clienti delle iconiche alette di pollo.
L’uomo occidentale si trova al momento a non avere tutto subito, un grande shock per un essere abitudinario, la cui abitudine è il soddisfacimento immediato dei propri bisogni.