Sembrava che il movimento delle Sardine fosse finito sott’olio, vista la poca attività recente e le pochissime o quasi nulle comparsate in tv, ma con il declino dell’estate tornano fuori con il proprio leader Mattia Santori, che ha deciso di candidarsi nientemeno che con il Partito Democratico.
Sì, avete capito bene, proprio con il Partito Democratico, lo stesso partito che fino a qualche mese fa (era marzo) era definito “marchio tossico“, dallo stesso Santori.
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Nei giorni scorsi la notizia della candidatura con il PD è stata annunciato da Mattia Santori, che andrà a sostenere il candidato sindaco di Bologna, Matteo Lepore. Ma se qualcuno pensava che le Sardine presentassero una lista a sostegno del candidato sindaco si sono sbagliati, Santori comparirà proprio nella lista del PD.
Facendo un passo indietro possiamo vedere come il movimento delle Sardine sia nato sotto l’insegna dell’attivismo politico, non guidato o controllato da politici. Ora a distanza di pochi mesi Santori ha già dimenticato tutto e si è buttato nella mischia politica proprio con il PD.
La decisione di Santori di buttarsi in politica (la politica partitica, si intende) ha scatenato il sarcasmo sul web, tanto sull’immancabile Twitter (ma vedremo le ironie specifiche fra poco) quanto sulla pagina (appena aperta) di Santori e sulla pagina delle Sardine.
Insomma, se Santori pensava di trovare il plauso e il consenso di tutti coloro che avevano visto nelle Sardine un movimento innovativo, svincolato dalla politica, beh, si sbagliava (sebbene non manchi chi manifesta il proprio appoggio alla scelta del leader).
Ma a sinistra invece come hanno preso questa candidatura? Sembra che i politici di professione non abbiano accolto così bene questa discesa in campo.
E anche se il capogruppo al Senato dem Andrea Marcucci gli dà il benvenuto, non si risparmia un po’ di veleno (“Il marchio del Pd evidentemente non è più tossico per Mattia Santori. Ora deve solo imparare l’educazione, non si può entrare in una comunità ed attaccarne una parte, con slogan abbastanza vetusti. Spero che qualcuno gli insegni la netiquette”).
L’ex PD Calenda – attualmente impegnato in altre amministrative (a Roma) – ci va giù ancor più pesante: “Mattia Santori è un ragazzotto senza arte ne parte” è il riassunto del suo pensiero, rivolto a Letta.
E se non stiamo qui ad opinare in merito alle parole del leader di Azione, non possiamo non riportare anche noi il “sogno” di Santori che ha fatto parecchio rumore negli ultimi giorni.
Scrivendo su Facebook tre giorni or sono, Santori – novello Malcolm X – parlava del suo sogno:
Il terzo punto parla chiaro: “Perché sogno il primo stadio del frisbee a Bologna”.
Questo sarebbe uno dei motivi che lo hanno spinto a candidarsi.
Non potevano non scatenarsi le ironie, tra chi ha postato il famoso Discobolo di Mirone (commentando: “Io che mi alleno per giocare nel nuovo stadio di frisbee di Bologna“) e chi si è chiesto come sia fatto uno stadio di frisbee… domanda più che lecita.
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