La campionessa di tennis Naomi Osaka è scoppiata a piangere durante una conferenza stampa a Cincinnati: cosa è successo?
I mostri di Naomi Osaka non sono ancora scomparsi ed anzi si sono ripresentati in tutto il loro vigore durante la conferenza stampa di Cincinnati. La tennista giapponese quest’anno aveva già rinunciato a partecipare a tornei importanti come il Roland Garros e Wimbledon per via di un momento di profonda crisi personale che le rende difficile sia scendere in campo con la giusta concentrazione sia rispondere alle domande dei giornalisti senza scoppiare in lacrime.
La scena si era ripetuta qualche settimana fa quando è stata eliminata dal torneo olimpico. In quel caso più che i problemi psicologici e di rapporto con la stampa, a colpirla era stato il dramma personale di non essere riuscita a mantenere le attese del pubblico di casa nei suoi confronti. Naomi si presentava alla competizione come tedofora, eroina nazionale e favorita d’obbligo, ma è uscita di scena con una prova incolore, contrassegnata da errori di concentrazione e condizione.
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Naomi Osaka scoppia nuovamente a piangere in conferenza stampa
Quella di qualche giorno fa a Cincinnati è stata una conferenza difficile e lo sarebbe stato per chiunque nella sua situazione. In quelle ore si stava scoprendo l’entità del disastro di Haiti, Paese in cui vive il padre e per il quale devolverà in beneficienza il premio di Cincinnati.
Ma a farla crollare è stata probabilmente la domanda di un giornalista che le ha chiesto per quale motivo a lei dovrebbe essere concesso di non presenziare alle conferenze stampa. Una mancanza di delicatezza per un’atleta ed una donna che in questo momento vive un periodo di fragilità. Non a caso il suo manager ha dichiarato a fine conferenza stampa che la crisi di oggi è stata causata da un giornalista “bullo“.
La Osaka non è l’unica atleta che affronta demoni personali che le impediscono di rendere al meglio. Ha fatto scalpore alle Olimpiadi di Tokyo il caso di Simone Biles, fenomeno della ginnastica che ha rinunciato alla finale proprio per via dei suoi demoni personali. Noto agli appassionati di calcio è anche il caso di Josiph Ilicic, calciatore dell’Atalanta che ha dovuto prendersi un periodo di pausa dal calcio proprio a causa della depressione.
Sembra anche questo il caso di Novak Djokovic, numero uno del tennis mondiale e uomo dei record che ha ammesso di aver avuto difficoltà in questo periodo a trovare motivazioni e concentrazione in campo. Tutti questi esempi ci dimostrano come il talento e il denaro non bastino a vincere la pressione delle aspettative e come alle volte essere considerati al top della propria professione possa portare questi straordinari atleti a sentirsi obbligati a raggiungere sempre più risultati. I successi portano a considerarli delle specie di divinità e questa eccessiva considerazione li pone a confronto con un ombra gigante in grado di schiacciarli.