E’ morto all’età di 94 anni Bruno Piattelli, lo stilista che con il suo inconfondibile stile aveva fatto scuola, tanto da portare sulla passerella anche gli uomini. La sua eleganza – emblematica del Made in Italy – la si notava immediatamente dalla giacca, tanto che ne era diventata un suo marchio.
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Era nato a Roma e lì era cresciuto, frequentando il Liceo Classico Visconti e successivamente studiando diritto all’università La Sapienza.In quegli anni affiancò il padre nell’attività che portava avanti nel suo atelier romano in piazza San Silvestro. Nel giro di pochi anni Piattelli riuscì ad attirare su di sé l’attenzione dell’industria dell’abbigliamento e tessile, cominciando diverse collaborazioni con importanti marchi internazionali.
Collaborò con diversi marchi come ad esempio D’Avenza, Ellesse, Petronius.
Ma la sua moda riuscì anche a spiccare il volo, letteralmente: collaborò con la NASA, disegnando le maglie degli astronauti e contribuì al design delle divise delle hostess e degli steward della Zambia Airlines.
Tra le sue passioni anche cinema e teatro. Ma non solo da spettatore: Piattelli disegnò abiti per mostri sacri dell’ars recitandi come Marcello Mastroianni, Gina Lollobrigida, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Virna Lisa e persino per George Segal e Orson Welles.
Vestì la squadra olimpica nazionale nel 1968 e nel 1996
Cinema, teatro ma anche sport: anche per lo sport si impegnò nel realizzare divise e tenute, vestendo la squadra Olimpica Nazionale, in particolare per le Olimpiadi di Città del Messico nel 1968 e quelle di Atlanta nel 1996.
Talento a 360° Piattelli dedicò anche all’editoria, pubblicando diversi volumi che parlano di Roma nelle sue varie sfaccettature attraverso le varie arti che la riflettono.
Inoltre, il suo archivio (composto da oltre 15.000 pezzi tra disegni, fotografie, pitture e documenti artistici) è stato dichiarato d’interesse storico dal Ministero dei Beni Culturali.
Ricordandolo, Francesco Rutelli, ex sindaco della Capitale, ha affermato che “la moda, la musica, la città di Roma nel mondo gli debbono gratitudine e, pur nel giorno della morte, un pensiero allegro come Bruno avrebbe voluto”.