Nonostante una pandemia che ha provocato milioni di morti, la pratica dei “mercati umidi” non si arresta.
Come riportato dal Daily Star, infatti, sono spuntati online dei filmati scioccanti che mostrano come pipistrelli, gatti, cani e persino pangolini siano ancora in vendita nei famigerati “mercati umidi” in tutta l’Asia. Come noto, l’ipotesi più accreditata è che il coronavirus che ha messo in ginocchio il mondo intero abbia avuto la sua origine proprio in uno di questi mercati.
Ad aprile, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha chiesto la messa al bando dei mercati umidi, chiedendo ai governi di sospendere il commercio di animali selvatici catturati vivi e di chiudere le sezioni dei mercati alimentari preposte a queste vendite.
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In un mercato umido di Sulawesi, in Indonesia, è stato accertato che pipistrelli e topi sono ancora in vendita, assieme ad altri animali come maiali, cani, serpenti, rane, polli e anatre.
Nelle ultime ore è emerso un nuovo filmato della filiale asiatica di People for the Ethical Treatment of Animals (PETA) che mostra scene orribili in cui creature indifese vengono appese e vendute in questi mercati.
Scimmie, pipistrelli, gatti assiepati in gabbie minuscole
In Indonesia, come riporta The Mirror, alcune piccole scimmiette sono stipate in gabbie ancora di dimensioni ridottissime, con spazio a malapena sufficiente per far scivolare le loro piccole mani attraverso le sbarre. Nello stesso mercato, si possono vedere decine di pipistrelli assiepati all’interno di una minuscola gabbia.
In Thailandia si può vedere un gatto all’interno della sua piccola gabbia, mentre nel Laos la carne cruda viene maneggiata senza guanti in bancarelle che si trovano a pochi metri di distanza da altri animali.
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Tra le specie maggiormente vendute nei mercati umidi troviamo i pipistrelli, ospiti ideali per i coronavirus, nonché i sospetti portatori del virus che sta tormentando il Pianeta, ovvero pangolini e zibetti delle palme.
“Questi mercati sono terreno fertile per nuove malattie zoonotiche tra cui un mortale Covid-21″, afferma un portavoce del PETA.