La conquista di Kabul da parte dei talebani presuppone scenari terribili per la vita delle donne afghane.
Il noto quotidiano britannico “The Guardian” riporta il grido di una studentessa universitaria afghana, che racconta di aver visto in questi giorni la paura nei volti delle donne e “i volti brutti degli uomini che odiano le donne”.
La giovane rivela di essere ormai ad un passo dalla laurea ma con l’avvento dei talebani la sua vita e quella di tantissime ragazze e donne rischia di ripiombare nell’incubo vissuto fino a 20 anni fa, quando il regime talebano cadde in seguito all’offensiva delle forze occidentali.
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“Avrei dovuto laurearmi a novembre all’Università americana dell’Afghanistan e all’Università di Kabul – racconta la giovane – Ho lavorato per tanti giorni e tante notti per diventare la persona che sono oggi, e questa mattina, quando sono arrivata a casa, la prima cosa che io e le mie sorelle abbiamo fatto è stata nascondere i nostri documenti d’identità, diplomi e certificati. È stato devastante. Perché dovremmo nascondere le cose di cui dovremmo essere orgogliosi?”.
La studentessa ha raccontato il terrore nei visi delle donne e gli sberleffi degli uomini. “Vai e mettiti il chadari [burqa]”, ha gridato uno, mentre un altro è stato ancora più specifico: “Sono i tuoi ultimi giorni di libertà in strada”.
“Invece di stare dalla nostra parte, stanno con i talebani e danno loro ancora più potere”, sottolinea la studentessa.
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“Come donna, mi sento vittima di questa guerra politica iniziata dagli uomini – continua la giovane – Mi sento come se non posso più ridere ad alta voce, non posso più ascoltare le mie canzoni preferite, non posso più incontrare i miei amici nel nostro caffè preferito, non posso più indossare il mio vestito giallo preferito o il rossetto rosa. E non posso più andare al mio lavoro o completare i miei studi”.
“Non mi aspettavo che saremmo stati privati di nuovo di tutti i nostri diritti fondamentali e che saremmo tornati indietro a 20 anni fa – conclude – Non mi aspettavo che dopo 20 anni di lotta per i nostri diritti e la nostra libertà, saremmo state di nuovo costrette ad indossare il burqa e a nascondere la nostra identità”.
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