Mentre il fuoco dilaga per le montagne italiane distruggendo ettari ed ettari di territorio, alberi secolari, flora e fauna, c’è chi continua a progettare atti criminosi come appiccare le fiamme tra i boschi. È il caso di due pastori nella provincia di Siracusa, per fortuna prontamente fermati dalle forze dell’ordine che erano venute a conoscenza del loro losco piano criminale.
I piromani siciliani sono stati arrestati
Due pastori stavano cercando di approfittare della festività di Ferragosto per agire indisturbati appiccando le fiamme in una certa area boschiva nel siracusano. Il loro scopo era quello di poter aver più spazio a disposizione per pascolare il loro bestiame senza dover pagare il foraggio.
Il loro piano però è stato prontamente fermato dalle forze dell’ordine e i due criminali sono stati tratti in arresto. In realtà, già durante il mese di luglio avevano dato alle fiamme alcune aree adiacenti ai monti Iblei con le stesse finalità.
Incendi dolosi e interessi economici
Erano un padre di 60 e un figlio di 27 anni, allevatori di professione, che spargevano le fiamme nelle aree del siracusano. I due sono originari di Catania, ma possiedono un’azienda agricola a Buccheri, un borgo di origine medievale che nelle scorse settimane aveva sofferto per le fiamme appiccate esattamente da questi due malfattori.
I carabinieri avevano accertato la natura dolosa delle fiamme, che puntualmente ricomparivano dopo il loro spegnimento. Gli interessi economici sono risultati chiari ed è stato facile per gli inquirenti risalire al movente e quindi ai criminali dietro l’atto doloso.
Hanno quindi scoperto che il piano dei due era studiato nei minimi dettagli: agivano durante i giorni più caldi e più ventosi, in modo tale da distruggere più territorio possibile con il minor sforzo.
La casa dei piromani tratti in arresto è stata poi perquisita. I carabinieri di Noto hanno inoltre ritrovato due fucili, risultati rubati alcuni anni fa nel catanese, duecento cartucce e una tanica di gasolio.