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Stuprata dal branco a Lignano Sabbiadoro: il drammatico racconto del padre

Il drammatico episodio accaduto a Lignano Sabbiadoro, dove una ragazza di 18 anni è stata stuprata da un gruppo di cinque ragazzi tra i 17 e i 21 anni, ha fatto il giro del telegiornali nazionali e dei social, e ha lasciato costernato chiunque. La ragazza aveva accettato l’invito a recarsi a casa dei tre ragazzi che aveva conosciuto sul lungomare, ma una volta a casa sarebbe stata violentata a turno anche da altri due ragazzi entrati nell’abitazione.

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Una volta che la ragazza è uscita dall’abitazione è corsa da un amico e gli ha raccontato tutto, a questo punto l’amico le ha consigliato di dirlo ai genitori e così il padre si è recato presso l’abitazione dove era avvenuto lo stupro della figlia. Prima che il genitore potesse arrivare a un contatto fisico con i ragazzi è intervenuta la polizia, avvertita dai vicini che avevano sentito urla e grida provenire lungo le scale del palazzo.

Sulle colonne del ‘Messaggero Veneto‘, riportato anche dal ‘Corriere del Sera’, il padre della giovane ragazza si è sfogato raccontando quello che è avvenuto nel momento in cui si è recato nell’abitazione dei ragazzi.

“Non ricordo il tratto di strada che ho fatto tanta era la rabbia che provavo”. A quel punto l’uomo ha cominciato a suonare e a bussare alla porta, senza ottenere alcuna risposta, allora “ho sfondato la porta a spallate. Volevo vederli in faccia. Uno a uno“.

“Chiamavano aiuto dopo quello che avevano fatto a mia figlia”: la testimonianza del padre della giovane

Il racconto dell’uomo poi vira sulla reazione dei giovani, che chiusi in bagno piagnucolavano e chiamavano aiuto. “Hanno gridato aiuto, sì, pazzesco, loro chiedevano di essere aiutati dopo quello che avevano fatto a mia figlia“. Le grida dei ragazzi hanno indotto i vicini e i condomini ad avvertire le autorità, l’uomo distrutto e incredulo ha desistito dal suo intento di farsi vendetta da sé.

Il padre della ragazza a questo punto può però essere persino denunciato per aver violato la proprietà privata, ma di questo non si preoccupa, infatti l’uomo vuole solamente che sia fatta giustizia per la figlia.

I cellulari dei cinque ragazzi sono stati posti sotto sequestro e anche le lenzuola, questo per fare in modo da confrontare le tracce di Dna con quello dei ragazzi. Al momento non sono state emesse misure cautelari al loro indirizzo.

Tobias Fior

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