Mentre la provincia di Siracusa viene colpita da un’ondata di caldo torrido, gli scienziati mettono in allerta sui pericoli derivanti da queste temperature che possono diventare mortali in certe situazioni. In questo senso, è utile richiamare il concetto di bulbo umido e capire in quali gravi rischi si può incappare
Se l’Italia quest’anno è stato il Paese dei record, altrettanto si può dire delle temperature. La morsa di caldo che sta stringendo l’Italia è infatti senza precedenti, al punto tale che la Sicilia si aggiudica il triste primato di temperature più alte d’Europa, con un picco di 48,8°C.
“Siracusa”:
Perché a metà giornata sono stati raggiunti i 48,8 gradi, la temperatura più alta mai registrata in Europa pic.twitter.com/zgjnLrmMp5— Perché è in tendenza? (@perchetendenza) August 11, 2021
Ad essere colpita maggiormente dall’ondata di calura la città di Floridia, nel Siracusano, la quale ha strappato il primato ateniese di 48°C nel 1977. E sebbene la situazione siracusana sia un po’ sui generis in quanto la conformazione territoriale porta, di fatto, ad un aumento vertiginoso delle temperature, spostandosi in altre regioni, in primis la Sardegna, il caldo non sembra comunque lasciare scampo.
Ma l’Italia non è l’unica ad essere colpita da quest’ondata di caldo torrido. In tutto il pianeta, infatti, si assiste ad un innalzamento della temperatura media globale, che ha portato in alcuni casi come l’India a numerosi decessi.
Come riporta il Post, infatti, alla fine di giugno sono decedute almeno 6.500 persone a causa di temperature che hanno avuto picchi incredibili rispetto ai nove anni precedenti. Sempre nello stesso arco di tempo anche il Canada ha subito numerosi decessi causati dal troppo caldo, in particolare nella città dell’Oregon.
Temperature, queste, che possono mettere seriamente a rischio la salute umana, ed in particolare questo dipende – al di là della comune retorica e del modo di dire comune – se il caldo è un caldo secco o di tipo umido.
In tal senso risulta utile richiamare il concetto di bulbo umido, ossia una particolare condizione letale che provoca l’immediato decesso dell’organismo che non riesce a sopravvivere a tali temperature.
Morire (letteralmente) di caldo: “Non è il caldo ma l’umidità che ti uccide”
Tutti noi, soprattutto chi abita in regioni particolarmente umide, avranno sentito o pronunciato almeno una volta nella vita la frase “Non è tanto il caldo ma l’umidità che ti uccide”.
Al di là del detto comune, questa frase ha una vera e propria valenza scientifica, ed è in grado in qualche modo di spiegare in quali condizioni l’essere umano arrivi a morire letteralmente di caldo.
Ad interrogarsi su questo aspetto il sito Slate, il quale si è interrogato su quali siano le condizioni di inabitabilità di alcune città nelle quali si può verificare un mix di caratteristiche climatiche mortali che può, appunto, rendere la vita dell’organismo difficile al punto da farlo morire.
Fra queste un esempio lampante è la città americana di Palm Beach situata in una regione nella Florida nota per essere una delle più umide in assoluto nell’emisfero occidentale. Basterebbe raggiungere la temperatura di 50 gradi anche solo per un giorno per uccidere migliaia di persone per ipertermia.
In tal senso riteniamo utile chiamare in causa il concetto scientifico di “temperatura di bulbo umido”, nella quale indicatori quali la sudorazione e l’autonoma termoregolazione dell’organismo può essere gravemente inficiata da fattori quali l’umidità e le alte temperature.
Cos’è la temperatura di bulbo umido
Dato il caldo di questi giorni è quanto mai utile sapere quali sono i fattori che inducono l’uomo a morire di caldo. Per comprendere l’ipertermia fondamentale comprendere il concetto di temperatura di bulbo umido, il valore opposto per eccellenza di bulbo secco misurata, tendenzialmente, con un termometro avvolto in una pezza bagnata.
Come riporta il Post “Per effetto refrigerante dell’evaporazione dell’acqua, la temperatura misurata dal termometro avvolto nel panno umido in un determinato ambiente sarà più bassa rispetto alla temperatura a bulbo secco in quello stesso ambiente. La differenza tra le due temperature corrisponde a una delle misure dell’umidità: con il 100 per cento di umidità, semplificando molto, le temperature di bulbo secco e umido saranno le stesse”.
Come è possibile, quindi, che si arrivi a morire di caldo? La risposta è nel detto che si menzionava prima. Quando le temperature di bulbo umido sono superiori a 35 gradi. Come riporta il sito Slate, quando fuori fa caldo e sudiamo, il sudore viene trasformato da liquido rimasto sulla pelle a vapore nell’aria e questo richiede energia che proviene dal calore del corpo, il quale si raffredda tramite questo procedimento ed evitare che sia esponenziale l’aumento della temperatura interna.
Il caldo secco è una condizione maggiormente tollerabile in quanto è più veloce l’evaporazione che avviene attraverso il sudore che, appunto evapora. Quando ci sono temperature elevate e l’aria è piena di vapore acqueo, il sudore non evapora e rimane sulla pelle e il corpo, dunque, non riesce a perdere calore, fino all’eventuale morte.
Questo concetto è un parametro fortemente significativo oltre che utile per tracciare il cambiamento climatico che sta generando, secondo moltissimi scienziati, questi effetti climatici senza precedenti.