Il forte caldo di questi giorni ha causato incendi in Italia, in Europa, negli Usa e in Canada: ma quelli più consistenti sono stati in Siberia.
In questi giorni si sono verificati incendi praticamente in ogni parte dell’occidente. I Paesi maggiormente colpiti dai roghi sono stati in Europa, la Grecia e la Turchia, seguire dall’Italia. Incendi mortali si sono verificati anche in Algeria e l’arrivo dell’anticiclone subtropicale Lucifero è possibile che nei prossimi giorni se ne verifichino altri. L’ondata di caldo africano che si è abbattuta sull’Europa è secondo gli esperti uno di quei fenomeni estremi che vengono causati dal cambiamento climatico e che in futuro potrebbero verificarsi sempre più spesso.
Il vero dramma per l’ambiente, però, è rappresentato dal numero e dall’estensione degli incendi che si sono verificati in questi giorni in Siberia. In questo momento ci sono impegnato più di 8.600 persone tra vigili del fuoco, soldati e agricoltori volontari che lottano per contrastare il diffondersi di incendi nella zona: ce ne sono stati 190 che hanno bruciato 63.000 metri quadri circa di foresta (due volte il territorio dell’Austria). Ci sono però altri 69 incendi di grosse proporzioni che si sono sviluppati nel nord della Siberia e che per ragioni varie non vengono contrastati dai vigili del fuoco.
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Dramma incendi in Siberia: la foresta di conifere rischia di scomparire
Come sottolineato dal Washington Post, questi incendi vengono volutamente ignorati perché le foreste che prendono a fuoco si trovano distanti da città e villaggi e dunque non possono causare danni alle abitazioni e vittime. Una rinuncia che è dovuta sia all’estensione spropositata della regione sia alla carenza di vigili del fuoco e volontari che se ne possano occupare. Con le risorse a disposizione, infatti, è necessario che queste vengano applicate per salvaguardare le zone abitate.
Il problema è che con l’aumentare di questi incendi si rischia un impatto ambientale di cui soffrirà non solo habitat della zona, ma tutto il mondo. Fino ad ora gli incendi non controllati hanno carbonizzato 8000 metri quadrati di foresta, ma alla fine dell’estate il danno potrebbe essere ancora più ingente.
La zona in questione, la Yukutia, possiede una foresta di conifere la cui estensione raggiunte le dimensioni dell’Argentina. Si tratta del polmone verde più importante del mondo, che possiede una vegetazione sensibile al cambiamento. Intervistato dal quotidiano americano, il rappresentante di ‘GreenPeace’ Yaroshenko ha spiegato: “Queste foreste hanno un ruolo fondamentale nel regolare l’ambiente. Molte di queste si trovano non protette nell’estremo nord. Queste crescono molto lentamente, sono molto sensibili e se vengono distrutte dal fuoco ci sarà un impatto enorme sull’ambiente”.