Secondo gli esperti militari l’Iran riuscirebbe ad avere missili nucleari pronti al lancio nel giro di dieci settimane.
La Repubblica islamica ha una grande fornitura di uranio arricchito, che è senza dubbio un ingrediente chiave dei missili, anche se al momento non risulta in possesso di testate nucleari.
Tuttavia, come riporta anche il Daily Star Online, la situazione potrebbe cambiare rapidamente dopo la nomina a Presidente del Paese di Ebrahim Raisi, soprannominato il “macellaio di Teheran” per il numero enorme di esecuzioni statali ordinate proprio da Raisi.
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Finora il nuovo Presidente ha utilizzato un linguaggio piuttosto diplomatico per rassicurare gli alleati regionali, ma l’impressione degli esperti è che Raisi sia intenzionato ad imprimere una forte accelerazione al programma nucleare iraniano, rafforzando in questo modo l’opposizione militare a Israele.
Durante la cerimonia di giuramento, l’ex giudice e religioso ha detto chiaramente che l’Iran non si sarebbe “ritirato” dalle sue espansioni militari. “Il potere della Repubblica islamica nella regione porta sicurezza – le parole di Raisi – L’Iran affronterà le minacce portate avanti dalle potenze dominanti e dai tiranni. Le pressioni e le sanzioni straniere non indurranno la nazione iraniana a rinunciare a dare seguito ai suoi diritti legali”.
Israele avverte l’Iran: “Le parole non bastano più”
Alla cerimonia di giuramento di Raisi hanno partecipato circa 100 rappresentanti stranieri, provenienti dai Paese dell’Unione Europea ma anche da Russia, Corea del Sud, Turchia e Città del Vaticano. Inoltre, erano presenti anche i leader dei gruppi terroristici mediorientali Hamas e Hezbollah.
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Secondo il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, l’Iran potrebbe accumulare armi nucleari entro 10 settimane. “Ora è il momento dei fatti, le parole non bastano. È tempo di azioni diplomatiche, economiche e persino militari, altrimenti gli attacchi continueranno”, ha detto Gantz.
Le tensioni tra Israele e Iran hanno di nuovo raggiunto il livello di guardia dopo che una petroliera israeliana è stata attaccata venerdì scorso da alcuni droni che Israele, USA e Regno Unito ritengono siano stati inviati dal Paese islamico (l’Iran ha fortemente negato, ndr). Due membri dell’equipaggio sono rimasti uccisi nell’incidente, avvenuto nel Mare dell’Oman.