Indignazione popolare in Egitto per le nuove banconote da 10 e da 20 sterline egiziane. Sulla filigrana delle banconote, proprio lì dove è stampata la moschea Al-Fattah Al-Aleem, si stagliano infatti i colori della bandiera arcobaleno, simbolo della comunità LGBTQ+, che in Egitto è decisamente mal vista.
Quando i soldi non fanno la felicità
La banca centrale egiziana, lo scorso lunedì ha stampato le nuove banconote da 10 e da 20 sterline egiziane, ma la loro circolazione ha suscitato un’ondata di protesta che si è palesata in tutta la sua polemica su twitter. Gli egiziani non hanno apprezzato, se si vuole usare un eufemismo, i due ‘simboli’ scelti per essere stampati sulle banconote.
Nelle banconote da 10 la rappresentazione della moschea di Al-Fattah Al-Aleem, inaugurata nel 2019 e voluta dal presidente Abdel Fattah Al-Sisi, è stata considerata uno ‘smacco’ a tutte le altre moschee, secolari!, presenti in Egitto e decisamente più adorata dalla comunità.
Per la banconota da 20 la questione è un po’ più complessa, perché influisce sulla ben nota sensibilità estremamente conservatrice della comunità egiziana, che non ha gradito il gioco di colore della filigrana della banconota stampata, che rimanda i colori della bandiera arcobaleno.
Il pensiero dell’utente medio su twitter è questo: “20 sterline con sopra la bandiera gay e banconote da 10 sterline con sopra la moschea di Abdel Fattah El Sisi, quando abbiamo centinaia di altre importanti moschee e monumenti storici!”
كده كملت وظهرت الحقيقه
علم المثليين علي ال ٢٠ جنيه الجديده وملفوف علي مسجد محمد علي!!! pic.twitter.com/v5BN0GLZFd— Fareg Alkagy (@Fareg_Alkagy) August 1, 2021
E ancora, da altri utenti: ” “Questo è un grande scandalo e una vergogna! Il governo, la banca centrale, i ministeri competenti sono responsabili di questo atto vergognoso di posizionare un’immagine della bandiera gay su una moschea sulla nostra valuta nazionale! Devono correggerla ed chiedere scusa!”
L’Egitto e l’omosessualità
Nel paese l’omosessualità non è ‘fuori legge’, ma è un orientamento sessuale decisamente lontano dalla morale comune, che si esprime con atti di discriminazione e di condanna morale e personale.
Così anche se non è negato amare una persona dello stesso sesso, la pressione che esercita il senso comune su manifestazioni pro LGBTQ+ fa sì che gli esponenti di tale comunità siano spesso emarginati, se non addirittura reclusi e torturati.
Nel 2017 durante un concerto della band libanese Mashrou’ Leila al Cairo, coloro che hanno inneggiato ai valori rappresentati dalla bandiera, innalzandola al cielo, sono stati vittima di un’ondata di arresti arbitrari e di un regime di detenzione ingiusto e umiliante.
Famoso il caso di Sarah Hegazi, attivista LGBTQ+, morta suicida dopo le violenze e le torture, ricevute in prigione, per aver sventolato una bandiera che predica amore.