Anche in Islanda vengono reintrodotte le restrizioni per fronteggiare la diffusione della variante Delta.
Poco più di un mese fa, come ricorda anche la testata Sputniknews, le autorità islandesi rimuovevano tutte le restrizioni nazionali. Una decisione che aveva avuto una certa risonanza a livello mondiale, con tutti i media che celebravano l’Islanda come primo Paese ad aver sconfitto il Covid-19.
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In realtà non è così, dato che nelle ultime settimane si è registrato un nuovo aumento di contagi (con un picco di 131 casi negli ultimi 7 giorni), dovuto proprio all’espandersi della temuta variante Delta. Il dato che ha fatto preoccupare maggiormente il governo islandese è quello relativo alle persone completamente vaccinate, anch’esse interessate dalle nuove infezioni.
L’Islanda è uno dei paesi dove la campagna vaccinale è più avanzata. La stragrande maggioranza della popolazione adulta ha completato il ciclo di vaccinazione, con una percentuale che ormai sfiora il 100% nelle persone con più di 50 anni.
Colpite anche le persone completamente vaccinate
Eppure, come ormai abbiamo imparato a vedere anche qui da noi, l’infezione da Covid-19 può sopraggiungere anche dopo la seconda dose di vaccino. Tuttavia, ad oggi, i dati evidenziano che le persone completamente vaccinate presentano sintomi minimi o comunque non gravi in caso di contagio.
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Nonostante ciò, le previsioni del capo epidemiologo islandese Thorolfur Gudnason non sono delle migliori. Secondo Gudnason, infatti, le restrizioni sono destinate a durare per anni, forse addirittura più di un decennio.
“Possono essere necessarie anche per i prossimi 15 anni, nessuno sa cosa riserva il futuro – le parole dell’esperto al quotidiano Morgunbladid – Questo è quello che abbiamo sempre detto, che non c’è prevedibilità in questo”.