Uno studente di letteratura è stato ucciso a Kinshasa da un agente di polizia perché non indossava la mascherina.
Un’inspiegabile tragedia si è verificata sabato pomeriggio a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo dove un agente di polizia ha sparato e ucciso uno studente di lettere dell’Università locale perché non indossava la mascherina. L’agente avrebbe sostenuto che il giovane aveva tenuto un comportamento aggressivo, rifiutandosi di indossare il dispositivo di protezione personale, ma un testimone presente sulla scena ha dato un’altra versione dei fatti.
Secondo quanto riporta il sito d’informazione ‘Afrikanik‘, infatti, il testimone ha sostenuto che l’agente si è avvicinato alla vittima mentre stava girando un filmato attendeva un pagamento dopo aver chiesto al ragazzo di indossare la mascherina e che solo per questo motivo avrebbe reagito in maniera violenta.
“Il nostro amico Honoré Shama, uno studente di letteratura all’Università di Kinshasa, stava registrando un video di una lezione pratica di commedia”.
Ha spiegato Patient Oda, il testimone oculare dell’omicidio, prima di spiegare il perché tutto ha avuto inizio:
“Nonostante le dichiarazioni di Honorè e dopo aver mostrato che aveva una mascherina con sé, il poliziotto è diventato furioso perché si attendeva di ricevere del denaro”.
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Secondo il testimone non ci sarebbe stata nessun’altra motivazione per fare reagire in quel modo l’agente, infatti, raccontando cosa è successo dopo, Oda dice:
“L’agente di polizia lo ha accusato di essersi ribellato ed ha aperto il fuoco”.
Quanto successo a Kinshasa è solo l’ultimo di una serie di eventi di brutalità da parte delle forze dell’ordine segnalati in questi mesi. Pare, infatti, che spesso e volentieri gli agenti abbiano un atteggiamento intimidatorio con le persone proprio per trattenere le multe. In Congo, infatti, indossare la mascherina è obbligatorio e chi viene sorpreso senza deve pagare una multa da 10.000 franchi congolesi.
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Dall’inizio della pandemia in Congo ci sono stati 47,786 casi di infezione accertata e 1201 decessi. In questo momento il Paese africano si sta confrontando con la quarta ondata della pandemia ed i controlli sono più stretti. Purtroppo la campagna di vaccinazione è molto in ritardo. Non solo le dosi di vaccino sono arrivate più tardi rispetto ad altri Paesi ma ci sono anche gravi problemi di organizzazione: lo scorso 10 luglio la campagna vaccinale si è interrotta perché le dosi di AstraZeneca in dotazione sono scadute.
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