Abbiamo scritto ieri della fine dell’incubo dell’autista del camion che il 19 giugno 2020 si scontrò con Alex Zanardi alla guida della sua handbike.
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Un drammatico incidente dal quale il campione paralimpico (e non sta) provando ancora a recuperare e che per il 45enne autista del mezzo pesante ha rappresentato un grandissimo trauma.
Lo ha raccontato ai taccuini del Corriere della Sera lo stesso Marco Ciacci (questo il nome dell’autista), commentando il proscioglimento da parte del gip di Siena Ilaria Cornetti.
Queste le sue parole:
“Per me è stato un incubo durato più di un anno, sono stato malissimo anche se sapevo di non avere responsabilità. Ho continuato a sognare l’incidente, ho rivisto attimo dopo attimo il momento dello scontro, ho cercato di capire se avessi potuto evitarlo. Ho cercato una risposta e ho capito che c’era solo una possibilità: non essere lì quel giorno, su quella curva col camion, in quel preciso istante. Andavo piano, è stato impossibile evitare l’incidente”.
Ciacci ha quindi proseguito, sottolineando come l’incidente era inevitabile – a meno che lui (o Zanardi) non fossero transitati in quel punto della strada da Pienza a San Quirico d’Orcia con qualche secondo di differenza:
“Non ho rimpianti, però la cosa che mi fa più soffrire è avere la certezza che sarebbero bastati pochi secondi per evitare lo scontro. Io ho fatto tutto quello che mi era possibile fare e ho la certezza anche interiore di non avere alcuna responsabilità. Ma questa cosa mi segnerà tutta la vita, non si può dimenticare anche se hai la coscienza pulita. Su quella strada non c’era e non c’è alcun divieto, solo un pezzetto è un po’ più pericoloso. Lì c’è solo da andare più piano e io andavo a 37 chilometri orari. Ho visto il gruppo di ciclisti davanti a me e poi una persona che non sapevo fosse Zanardi perdere il controllo del mezzo”.
La speranza di Ciacci, però, è di poterlo incontrare e – come tutti noi, d’altra parte – che possa riprendersi il prima possibile:
“Spero di poter incontrare presto Alex, di stringergli la mano e di abbracciarlo. Gli auguro tutto il bene possibile”