Era il 24 luglio 1991 quando Ben Needham, di soli 21 mesi, scomparve dal giardino della casa dei nonni, a Iraklis, un villaggio sull’isola di Kos, in Grecia. La mamma lo avevamo lasciato alle cure dei nonni, ma verso le 14.30 si accorsero che il piccolo non era più in giardino.
Le ricerche cominciano immediatamente, vengono passati al setaccio i campi della zona, vengono interrogati i vicini, gli amici di famiglia, ma nessuno ha visto il piccolo Ben.
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Da quel momento al vaglio delle ricerche vengono prese in considerazione le abitudini della famiglia, ma non emerge nulla. Si parla di rapimento, di pedofilia, di omicidio. Le ipotesi sono tantissime da quella di rapimento ai fini dell’adozione illegale, fino al rapimento da parte di nomadi.
Nel 2016 avviene una svolta quando un cittadino dell’isola greca racconta alla polizia che Kostantinos Barkas, morto l’anno prima, gli avrebbe confidato di aver accidentalmente ucciso Ben con la sua escavatrice, mentre lavorava in un terreno nei pressi dell’abitazione dei Needham.
L’uomo a questo punto avrebbe occultato il cadavere del piccolo Ben.
“Da quel giorno non posso andare più avanti”, le parole di Kerry Needham a trent’anni dalla scomparsa del figlio
Da allora sono trascorsi 30 anni e la madre di Ben, Kerry Needham non vuole convincersi che il bambino sia mor
to in un incidente. Kerry è ancora convinta e speranzosa che il figlio sia ancora vivo.
“Voglio credere che sia ancora vivo, non c’è un filo di prova per dire il contrario. Spero ancora che la polizia di South Yorkshire si sbagli” ha affermato Kerry Needham, che sta per affrontare il triste anniversario dalla scomparsa del figlio.
Kerry ha anche un’altra figlia di 27 anni, Leighanna, che le ha dato due nipoti Hermione e Aurora di sette e tre anni. “Sono trascorsi trent’anni senza aver fatto nulla nella mia vita, a parte avere la mia fantastica figlia. Dopo trent’anni sono ancora bloccata al 1991 e non posso andare avanti da quel giorno”.